Le parole di Renzi a Porta a Porta, con la sfida a Conte e la proposta di introdurre l'elezione diretta del premier, suscitano immediate reazioni fuori e dentro il Governo. La...
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Il segretario del Pd Nicola Zingaretti esprime irritazione per la continua azione di disturbo di Renzi: «Credo che qualcuno, se continua così, farà venire il mal di testa agli italiani e alle italiane con questo chiacchiericcio insopportabile di cui non si capisce il fine», dice.
Sul fronte M5S interviene Vito Crimi: «Se qualcuno vuole uscire da questo governo ha il dovere di dirlo senza nascondersi dietro la minaccia di una sfiducia individuale a un ministro (a Bonafede, ndr).
Per il sottosegretario Fraccaro, la posizione di Bonafede non si tocca. «Ho appena letto le agenzie. Posso solo dire che Alfonso non si tocca», dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio commentando in Transatlantico quanto ribadito da Matteo Renzi a Porta a Porta, ovvero che la mozione di sfiducia a Bonafede resta in agenda finché non si decide uno stop alla riforma della prescrizione.
Fuori dal Governo si annota il commento di Mariastella Gelmini, capogruppo Fi: «Prendiamo atto delle affermazioni di Renzi sull'elezione diretta del premier. Dopo anni, viene sulle nostre posizioni storiche. È ovvio che Italia Viva, per essere credibile su questi temi, deve sciogliere il nodo in merito al sostegno al governo Conte bis. Renzi per essere coerente e concreto deve far cadere questo esecutivo. Provvedimenti scandalosi come lo stop alla prescrizione o il decreto intercettazioni non possono e non devono andare avanti».
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Il Mattino