Abusi sessuali su una bambina, condannato il “caro amico di famiglia”

Abusi sessuali su una bambina, condannato il “caro amico di famiglia”
Cinque anni di reclusione, non un mese e un giorno di meno, l’interdizione perpetua alla tutela e quella ai pubblici uffici per cinque anni, oltre al pagamento delle spese...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Cinque anni di reclusione, non un mese e un giorno di meno, l’interdizione perpetua alla tutela e quella ai pubblici uffici per cinque anni, oltre al pagamento delle spese processuali e il risarcimento alle vittime (madre, padre e figlia), rappresentate dall’avvocato Alessandro Tucci, da decidere in separata sede. La Corte d’Appello dell’Aquila ha confermato ieri la condanna a carico di A.C., cinquantotto anni, già condannato in primo grado dal tribunale di Sulmona nel 2018 per atti sessuali nei confronti di una minorenne.

La vittima, al tempo, nel biennio tra il 2011 e il 2013, aveva solo dieci anni e fu oggetto secondo l’accusa di ripetute e oscene attenzioni da parte dell’uomo che, approfittando dell’amicizia di famiglia, aveva sottoposto la bambina a morbose attenzioni per due anni: baci rubati, abbracci, sguardi ammiccanti e barzellette spinte. In cambio le pagava ricariche telefoniche per comprare il suo silenzio, minacciando come quella storia, se raccontata, avrebbe fatto litigare le rispettive famiglie e messo fine ad un’amicizia di una vita.

Poi la decisione della ragazzina di uscire dalla “gabbia”, di raccontare tutto prima ai suoi genitori e poi alla moglie dell’uomo: «Che sembrava buono, ma che buono non è» aveva poi testimoniato la ragazza ai giudici.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino