Dura condanna per l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, imputato per finanziamento illecito e corruzione in uno dei filoni della maxindagine sul Mondo di Mezzo. I giudici...
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Interdizione perpetua. Gianni Alemanno è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, per due anni non potrà contrattare con la pubblica amministrazione. È quanto disposto dai giudici della II sezione penale. I magistrati hanno anche deciso l'interdizione legale per tutta la durata della pena. L'ex sindaco di Roma dovrà risarcire sia Ama che Roma Capitale ed è stata fissata una provvisionale di 50mila euro sia per la municipalizzata che per il Campidoglio. Ad Alemanno sono stati anche confiscati 298mila euro.
La difesa. Gli avvocati Pietro Pomanti e Franco Coppi, difensori dell'ex sindaco di Roma, avevano chiesto di assolvere Alemanno «con la formula più ampia possibile dalle accuse di corruzione e finanziamento illecito». I legali avevano spiegato: «Nel milione di intercettazioni telefoniche e ambientali della maxindagine non ce n'è una in cui si dica che ha preso soldi da sindaco o che è un corrotto o che ha compiuto qualcosa che non avrebbe dovuto fare: quei 10mila euro dati da Formula Sociale altro non erano che un regolare versamento tramite bonifico che riguarda la Fondazione Nuova Italia».«Siamo in presenza di una sentenza sbagliata - ha detto l'ex sindaco lasciando piazzale Clodio -. Ricorreremo sicuramente in appello dopo aver letto le motivazioni. Io sono innocente l'ho detto sempre e lo ribadirò davanti ai giudici di secondo grado». Pesante anche il quadro delle pene accessorie. I giudici hanno disposto per l'ex primo cittadino della Capitale una interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, il divieto di due anni a contrattare rapporti con la pubblica amministrazione e una confisca di oltre 298 mila euro, somma ritenuta il frutto della corruzione. I giudici, inoltre, hanno fissato una provvisionale di 50 mila euro in favore di Roma Capitale e altrettanti per Ama, la municipalizzata dei rifiuti. Il tribunale ha quindi recepito l'impianto accusatorio della Procura, rappresentata in giudizio dal sostituto Luca Tescaroli.
La vicenda giudiziaria di Alemanno inzia nel dicembre del 2014 con una perquisizione domiciliare e l'iscrizione nel registro degli indagati nell'ambito della operazione Mondo di Mezzo. Nei sui confronti l'accusa iniziale è di concorso esterno nell'associazione di stampo mafioso e corruzione. Per l'accusa di concorso esterno i pm chiedono e ottengono l'archiviazione nel febbraio del 2017. La posizione dell'ex sindaco viene, però, stralciata e per lui resta in piedi la corruzione a cui si aggiunge il finanziamento illecito. Secondo l'accusa, tra il 2012 e il 2014, Alemanno avrebbe ricevuto oltre 223 mila euro mila euro per compiere atti contrari ai doveri del suo ufficio. I soldi, in base all'impianto accusatorio, sarebbero giunti da Salvatore Buzzi in accordo con Massimo Carminati e sarebbero stati versati alla fondazione Nuova Italia, presieduta da Alemanno.
Nella requisitoria il pubblico ministero aveva affermato che l'ex primo cittadino è stato «l'uomo politico di riferimento dell'organizzazione Mafia Capitale all'interno dell'amministrazione comunale, soprattutto, in ragione del suo ruolo apicale di sindaco.
Il Mattino