Gran Sasso, gli alpinisti bloccati in parete: «Mai avuto paura»

Gran Sasso, gli alpinisti bloccati in parete: «Mai avuto paura»
Notte in parete sul Gran Sasso, parla uno degli alpinisti protagonisti della disavventura di sabato e precisa alcuni punti della cronaca dell'evento. ...

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Notte in parete sul Gran Sasso, parla uno degli alpinisti protagonisti della disavventura di sabato e precisa alcuni punti della cronaca dell'evento.


«Non siamo escursionisti ma alpinisti altrimenti saremmo stati su sentieri e non su una via di arrampicata di 13 tiri. Non abbiamo passato una notte di paura ma di armonia cameratesca. Non ci siamo persi sul Gran Sasso ma per via del buio sarebbe stato pericolosissimo provare a calarsi o risalire oltre. Le squadre di terra non sono mai state attivate bensì è stata allertata la base dell'aeronautica di Pratica di Mare, qualificata per recuperi in notturna; intorno alle 23:30 l'elicottero dell'aeronautica ha sorvolato per circa un'ora la zona individuandoci immediatamente ma asserendo che per via di vento in quota non poteva essere portata a termine l'operazione di recupero».

«Non è assolutamente vero che siamo stati trasportati al "pronto soccorso dell'ospedale Mazzini di Teramo" dove "Il personale sanitario ha verificato che lo stato di salute dei due alpinisti capitolini era buono". Mai e poi mai abbiamo dichiarato: «Il momento peggiore? «Non tanto il tempo trascorso in parete, quanto quando si sono interrotte le comunicazioni per via dei cellulari scarichi. Eravamo stanchi, circondati dal buio, abbiamo temuto il peggio» hanno raccontato agli uomini della base. A quel punto, senza nemmeno riposare, sono saliti in auto e sono ripartiti per Roma. «In realtà come anche anticipato agli uomini del soccorso avevamo lasciato nascosto in Val Maone distante circa un'ora a piedi da Prati di Tivo, uno zaino con le chiavi della nostra automobile ed effetti personali non necessari all'arrampicata e pertanto, nel salutarli e ringraziarli per il soccorso prestato, gli abbiamo dichiarato che saremmo risaliti a piedi per recuperare quanto lasciato lì il giorno prima per poi ripartire in direzione Roma». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino