Alternanza-zoppa scuola e lavoro, uno su 4 svolge l'attività ma in aula

Alternanza-zoppa scuola e lavoro, uno su 4 svolge l'attività ma in aula
Il campione non può essere considerato rappresentativo. Duemila studenti sui 101 mila che l'hanno scorso sono entrati nel circuito alternanza scuola-lavoro hanno...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il campione non può essere considerato rappresentativo. Duemila studenti sui 101 mila che l'hanno scorso sono entrati nel circuito alternanza scuola-lavoro hanno bocciato l'esperienza e si sono sentiti semplicemente sfruttati. Duemila su 101 mila. Ciò che ne viene fuori non è esaltante. Ben il 63% degli intervistati ha dichiarato di aver effettuato queste ore in posti che non avevano nulla a che fare con i loro studi. In pratica solo un perdita di tempo. Il 46%, invece, ha raccontato di averci rimesso economicamente. Perchè il trasporto costa e in alcuni casi, davvero sporadici, la partecipazione ad alcuni progetti prevede anche il versamento di un piccolo contributo. Non è finita. Il 38% degli intervistati ha vissuto i percorsi come una negazione dei propri diritti. Manodopera a costo zero soprattutto in alcune realtà.

 

Più ombre che luci. Ma solo per duemila ragazzi intervistati. Vale la pena ribadire il dato di fronte ad una platea così ampia di studenti alla prova. L'anno scorso erano 101 mila in tutta la Campania, seconda solo alla Lombardia. Quest'anno sono circa 140 mila con percentuali che supereranno quella del 2016/2017 pari all'89,7%. Cinquecento le scuole statali interessate, circa 100 le paritarie.

Centinaia i progetti presenti nella piattaforma dedicata del Miur, dal quale le scuole possono attingere informazioni e dati e mettersi d'accordo. Di esempi virtuosi se ne contano a migliaia. Basta guardare a Pompei dove sia gli studenti dei licei linguistici che i classici hanno potuto, attraverso distinte opportunità, misurare le loro capacità linguistiche accogliendo i turisti e facendo un po' da Ciceroni ma anche culturali con studi sui reperti archeologici o i ragazzi degli agrari che hanno avuto modo di sviluppare una ricerca sulle spezie del passato sempre nell'area degli scavi archeologici.

Ci sono sempre esperienze che lasciano il segno. Sono i giovanissimi de il Vico e il Galilei di Napoli, il liceo Alfano I di Salerno, il musicale Moscati di Sant'Antimo che hanno avuto l'opportunità di entrare nel San Carlo non come spettatori ma nel dietro le quinte per comprendere i meccanismi della messa in scena delle opere liriche e tutto il grande lavoro che viene effettuato. Lirica e libri. Anche la Biblioteca Nazionale di Napoli ha aperto le porte all'alternanza. Una esperienza alla quale hanno aderito licei classici, scientifici e tecnici. Un lavoro intenso i cui risultati verranno presentati il prossimo 18 ottobre dal direttore della biblioteca Francesco Mercurio e al direttore generale Biblioteca e Istitutu culturali del Mibact.

Arte, musica, libri, musei, archeologia, scienza. Le convenzioni stipulate abbracciano una molteplicità di settori. I musei, le università con i singoli dipartimenti dove gli studenti hanno avuto ed avranno la possibilità di confrontarsi e di prendere coscienza anche delle scelte future.

Ci si muove ma si sta anche molto in classe. Per un liceale su quattro (l'obbligo di effettuare 200 ore di alternanza nei licei tradizionali sono la vera novità della legge «Buona scuola») la musica è completamente diversa. L'alternanza passa attraverso corsi e-learning (a distanza) organizzati dalla stessa scuola, o attraverso conferenze, seminari. Tutto nello stesso istituto per due diverse ragioni: garantire la sicurezza ed avere una organizzazione molto più snella e meno onerosa.


Continua a leggere sul Mattino Digital Leggi l'articolo completo su
Il Mattino