Ama, il miracolo del bonus: al lavoro i netturbini “malati”

Ama, il miracolo del bonus: al lavoro i netturbini “malati”
Miracolo del bonus: all’Ama calano i dipendenti in malattia. A una settimana dall’entrata in vigore del premio anti-assenteismo per i netturbini (360 euro per chi...

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Miracolo del bonus: all’Ama calano i dipendenti in malattia. A una settimana dall’entrata in vigore del premio anti-assenteismo per i netturbini (360 euro per chi lavora dal 22 novembre al 9 gennaio), i report della direzione del Personale registrano un +10% di «forza lavoro».

Meno certificati medici, ma anche permessi sindacali, congedi parentali e licenze di vario tipo. Tutti, o quasi, abili e arruolati, con la prospettiva del gettone cash post-Befana. Insomma, al di là delle polemiche che l’iniziativa ha suscitato, la mossa sembra avere invertito la rotta, in questo colosso comunale da 7.329 dipendenti, dove ogni giorno, di media, si assentano in mille, ferie e riposi settimanali esclusi, ovvio. Durante i mesi più critici della pandemia, si è scavallata quota 20% di assenti al giorno (un dipendente su cinque...), poi si è tornati ai livelli pre-Covid, comunque il doppio della media nelle altre aziende del settore, intorno al 15%. Ma il picco, guardando l’andazzo degli anni passati, si raggiunge sotto le feste, con strani malanni che si propagano tra gli spazzini proprio a ridosso di Natale e Capodanno, quando aumenta la produzione dell’immondizia dei romani. Un mix fatale, che il neo-sindaco Gualtieri spera di evitare, anche perché ha assicurato che farà sparire i mucchi di pattume a bordo strada entro Santo Stefano. E non è una missione facile. Si vedrà. Per ora l’extra promesso, col beneplacito dei sindacati, sembra avere dato i primi frutti. Oltre al bonus, poi, Ama ha sospeso le ferie a dirigenti e quadri e per la prima volta ha imposto che tutti i responsabili dei quartieri vestano la divisa e vadano in strada, chiedendo la reperibilità h24 a 390 tra capi zona, capi rimessa e capi squadra. 

Ma per riuscire a centrare l’obiettivo annunciato dal Pd, non basta lavorare sulla manovalanza. Tocca anche trovare sbocchi per il pattume, per sopperire alla carenza d’impianti, piaga storica di Roma e del Lazio, dopo la smobilitazione di Malagrotta a ottobre del 2013. Che fare? L’accordo con la discarica di Mantova, più altre trattativa faticosamente imbastite nelle ultime settimane dal presidente Angelo Piazza e dal dg Maurizio Pucci, hanno permesso all’azienda di avere uno slot di 5-600 tonnellate extra da raccogliere e spedire agli impianti fuori città. Ma secondo le previsioni discusse nei vertici riservati dell’azienda, bisogna comunque pazientare. Il ritorno alla normalità è previsto tra 10-15 giorni. 

Non a caso, dalla Bufalotta al Collatino, interi quartieri versano ancora in condizioni indecenti, con le pile d’immondizia che continuano a lievitare accanto ai bidoni stracolmi. Ma già da metà del prossimo mese, il colpo d’occhio dovrebbe migliorare. I nuovi vertici stanno lavorando anche sulla flotta (il 40% dei mezzi a ottobre era kappaò in officina): 135 tra squaletti e compattatori sono rientrati nelle rimesse. Una parte, come ha scoperto il vice-direttore Emiliano Limiti, era ferma da oltre 250 giorni per riparazioni. Altra novità è l’Ama di municipio.

Su mandato di Gualtieri, sono stati nominati i 15 direttori dei vari distaccamenti dell’azienda, che dovrebbero rendere più efficiente la raccolta. Il Centro storico, il salotto di Roma, sarà gestito direttamente dal dg Pucci; il II municipio (San Lorenzo e Parioli) toccherà al vice Limiti. L’ex capo del Personale Bronzetti andrà all’Aurelio. 

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Il Mattino