Ucraina, l'ambasciatore italiano a Kiev: «Svegliato dalle bombe ma restiamo qui»

Ucraina, l'ambasciatore italiano a Kiev: «Svegliato dalle bombe, per il momento restiamo qui»
La situazione a Kiev peggiora di minuto in minuto. I bombardamenti continuano senza sosta sulla capitale ucraina e Pier Francesco Zazo, ambasciatore italiano in Ucraina,...

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La situazione a Kiev peggiora di minuto in minuto. I bombardamenti continuano senza sosta sulla capitale ucraina e Pier Francesco Zazo, ambasciatore italiano in Ucraina, racconta: «Ci sono colonne interminabili di macchine. Gli italiani sono rimasti in città, hanno qui la famiglia, l’attività. E non credevano scoppiasse davvero la guerra».

 

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L'ambasciatore, intervistato dal Corriere della Sera, involontariamente prosegue nel drammatico racconto nonostante le linee telefoniche funzionino male perché sovraccariche. «Non riesco a sentirla». In sottofondo ci sono le voci concitate del personale di ambasciata. «La metto in attesa, non ho capito chi è lei, attenda un attimo». L’ambasciatore si rivolge ai suoi collaboratori, il clima è concitato. «Siete riusciti a mettervi in contatto con Charkiv?». 

 

Pier Francesco Zazo si è svegliato sotto una pioggia di bombe e nel caos più totale. Il nostro ambasciatore a Kiev, in carica da poco più di un anno, racconta, dopo le prime esplosioni, come ha appreso la notizia dell'invasione da parte della Russia

 

«Ero in residenza, mi hanno svegliato le bombe alle 4 e 30 del mattino», racconta rassicurando che tutti sono al sicuro negli uffici della sede diplomatica. E subito il suo pensiero va alla città: «La città è spettrale, deserta, chi è rimasto sembra chiuso in casa».

 

Quando gli viene chiesto se le persone stanno scappando, lui ammette che la situazione è drammatica. Parla di colonne interminabili di auto, di migliaia e migliaia di persone che stanno cercando di scappare verso l'Ucraina orientale. 

 

Poi la situazione degli italiani bloccati in Ucraina. «Per ora non ci sono notizie allarmanti, sono tutti rimasti in città, così hanno preferito, hanno qui la famiglia, le attività imprenditoriali, e non credevano veramente in un attacco».

 

 

 

 

Poi la comunicazione dell'esercito russo che è entrato a Charkiv, la seconda città più importante a livello di abitanti. A questo punto, l'ambasciatore deve interrompere l'intervista. Le fasi sono troppo concitate. Per ora, l'ambasciata italiana in Ucraina resta aperta e operativa. Per la paura e i pensieri ci sarà tempo.

 

 

 

 

 

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Il Mattino