ANCONA - Otto indagati per la tragedia di Corinaldo, ma la soluzione del rebus è ancora lontana. Decine e decine di testimoni, subito dopo la strage del Lanterna Azzurra,...
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«Voglio precisare che sul ragazzo ci sono indizi flebili, le testimonianze sono generiche, è indagato solo a sua garanzia» ha ripetuto più volte nel corso della conferenza stampa la procuratrice per i minorenni, Giovanna Lebboroni. Il timore è evidente: non vuole creare il mostro, tenendo conto che in una città come Senigallia ormai tutti sanno chi è il minorenne fermato, si cerca di tutelare lui e la famiglia nel caso le accuse si dimostrassero infondate. Ma gli altri due di Fano fermati per droga c'entrano con la storia del Lanterna Azzurra? Sia Giovanna Lebboroni, sia la procuratrice capo di Ancona, Monica Garulli, si sono rifiutate di commentare una possibile connessione tra i due fatti - la tragedia della discoteca, i fermi per droga.
Attenzione, non lo hanno escluso, non hanno proprio voluto sviluppare l'argomento, come a sottintendere che ci sono indagini in corso, le zone oscure sono molto più vaste di quelle illuminate, e dunque è giusto aspettare. Eppure, il nome del ragazzino è stato fatto dai testimoni, due furti sono stati denunciati, è stato diffuso lo spray urticante. Ma a giudicare dai ragazzi che si sono sentiti male forse sono state spruzzate anche altre sostanze e per questo saranno svolte altre perizie.
Qualche ora dopo la tragedia il giovane era in un appartamento dove è stato trovato un significativo quantitativo di droga. La suggestione che il giovane, da solo o con altri, abbia organizzato i furti al Lanterna Azzurra per procurarsi il denaro con cui acquistare la droga esiste. In altre zone d'Italia i furti con l'utilizzo dello spray al peperoncino nei locali affollati sono stati fatti da bande specializzate, la procura di Ancona non esclude che questo possa essere avvenuto anche al Lanterna Azzurra. Resta l'altro filone, altrettanto importante, quello dei sette indagati per omicidio colposo plurimo. Sono i proprietari dell'edificio e i soci della Magic, l'organizzazione che gestiva la discoteca. La procuratrice Garulli ha confermato che erano stati stampati con il timbro Siae 1.600 biglietti ma che ne risultano venduti 446. Una cifra che non racconta quanti ragazzi c'erano effettivamente dentro il locale, perché i canali di vendita erano anche altri. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino