CITTADELLA - Voleva cercarsi un lavoro a Roma Anna Fasol, la 59enne fuggita da Cittadella il 30 luglio e ritrovata domenica nella capitale in un centro per senza tetto. Non...
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I militari dell'Arma avevano capito che la pista da seguire era quella romana. Gli avvistamenti dei due testimoni andavano verificati, ma un dettaglio da non trascurare era che la Fasol non aveva con sé molto denaro. Così avrebbe potuto cercare - come effettivamente è successo - un appoggio nelle strutture per i poveri. Per accedervi, però, bisogna essere registrati e prima o poi il suo nome sarebbe stato segnalato alle forze dell'ordine. Nei centri di accoglienza per sbandati e senza tetto, la permanenza è limitata a 20 giorni per consentire l'accesso ad altre persone. Di solito è prevista una ulteriore ospitalità dopo due mesi per altri 20 giorni. L'ingresso è soggetto all'esibizione di documenti d'identità validi: tutti i nominativi degli ospiti vengono segnalati alle autorità di polizia. Ecco perchè i carabinieri sono riusciti a scoprire dove la donna aveva trovato rifugio, senza contare che l'attivazione della scheda Sim l'aveva già individuata a Roma. Nel frattempo i militari, i vigili del fuoco e la protezione civile avevano perlustrato nell'ultima settimana tutta Cittadella, alla ricerca della 59enne o di qualcosa che potesse ricondurre a lei.
Per poter procedere con tutti gli accertamenti tecnici necessari a ritrovarla, come perquisizioni e intercettazioni, i carabinieri hanno indagato per sequestro di persona il marito Enzo Simonetto, la figlia Marialaura - campionessa olimpionica di nuoto e ora ricercatrice in Florida - e anche i titolari degli allevamenti Barcarola di Tombolo, dove la Fasol lavorava da anni come segretaria amministrativa. Ipotesi di reato che ora cadrà, con il ritrovamento della donna che domenica sera, dopo essere rientrata a Cittadella dalla capitale, è stata sentita a lungo in caserma. Il rapporto è stato inviato in procura e sottoposto al sostituto procuratore Giovanni Falcone, che ha coordinato le indagini.
Anna Fasol intorno alle 13 di lunedì 30 luglio, aveva salutato il marito per allontanarsi a bordo della sua autovettura, senza più fare rientro né dare più alcuna notizia. Quella stessa sera il marito, non vedendola più rientrare e dopo avere tentato di chiamarla invano al telefono, si era presentato negli uffici dei carabinieri per denunciarne l'allontanamento volontario. La tempestiva attivazione del piano provinciale delle ricerche ha consentito di trovare la Mercedes Classe A della donna regolarmente in sosta nel parcheggio della stazione ferroviaria. Fin da subito l'allontanamento volontario è stata la pista privilegiata. Le telecamere di videosorveglianza l'avevano ripresa scendere dall'auto e dirigersi al binario 1 della stazione. «Per fortuna mi avete trovata, non avrei mai avuto il coraggio di tornare a casa dopo essere fuggita» ha detto la Fasol ai carabinieri quando li ha visti arrivare nel suo alloggio di fortuna per senza tetto a Roma. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino