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L'Unione Europea si appresta a chiedere danni miliardari ad AstraZeneca, l'azienda farmaceutica anglo-svedese che ha consegnato finora all'Ue solo 30 milioni di vaccini contro i circa 130 milioni previsti entro la fine di marzo.
Bruxelles, a firma di Sandra Giallina, la responsabile della Direzione Generale Salute dell'Unione, ha scritto una dettagliatissima lettera di sei pagine ad AstraZeneca contestandole tutti i comportamenti scorretti, a detta dell'Unione Europea, in violazione del contratto milionario firmato nell'estate del 2020. I contenuti della lettera, rivelati dal giornale economico francese Les Echos e oggi riportati dal Corriere della Sera, sono effettivamente esplosivi.
Contrasti dall'autunno 2020
Innanzitutto si scopre che i contrasti fra Bruxelles ed AstraZeneca sono iniziati molto prima di quanto si immaginava finora ovvero nell'autunno del 2020. Ad agosto 2020, infatti, l'Unione Europea ha versato ad AstraZeneca 227 milioni di euro come anticipo necessario per mettere in grado l'azienda di fornire fra 30 e 40 milioni di vaccini entro la fine dell'anno. Ma già al momento del versamento della seconda rata di ulteriori 112 milioni gli anglosvedesi non hanno presentato una adeguata rendicontazione e pertanto l'Ue si è rifiutta di versare ulteriore denaro.
Nella lettera l'Unione Europea contesta soprattutto due elementi ad AstraZeneca.
Seconda contestazione: non aver mantenuto l'impegno di fornire a Bruxelles una parte della produzione di vaccini sfornati dalle fabbriche AstraZeneca collocate su suolo britannico. Quest'ultimo elemento sarebbe stato ammesso in un documento dalla stessa azienda Anglo-svedese. In parole povere, secondo l'Ue AstraZeneca avrebbe illegalmente favorito la Gran Bretagna consegnandole parte dei suoi vaccini prodotti nei suoi impianti europei (gli inglesi hanno iniziato prima dell'Ue a vaccinare) senza dare vita al flusso inverso, dalla Gran Bretagna all'Ue, come esplicitamente previsto.
Il danno per i 450 milioni di cittadini dell'Unione Europea sarebbe stato semplicemente enorme. AstraZeneca, infatti, si era impegnata a rifornire l'Ue consegnando fra 30 e 40 milioni di dosi entro il 2020 (mai viste); e fra 90 e 100 milioni entro marzo 2021 su un totale di 300 milioni di pezzi entro l'autunno 2021. Finora, invece, l'Ue ha ricevuto poco più di 30 milioni di vaccini AstraZeneca, meno del 25% del minimo previsto.
Spiazzata l'Europa
Non è rimasto spiazzato l'intero Vecchio Continente, ma alcuni Paesi che avevano puntato al 100% su AstraZeneca, come l'Austria, hanno ordinato quantità minori di vaccini Pfizer e Moderna rispetto alle disponibilità raccolte dall'Ue, preferendo il prodotto anglosvedese che è venduto a un prezzo basso (meno di 3 euro a dose contro i 12 circa del Pfizer) ed è maneggevole perché conservabile in un normale freezer. AstraZeneca del resto ha sempre dichiarato di non prevedere profitti sul vaccino e di volerlo vendere agli stati al puro prezzo di costo.
Tornando alla lettera dell'Ue, va detto che Bruxelles ora attende una risposta di AstraZeneca. I termini sarebbero scaduti da poche ore. Ma tutto lascia credere che siamo alla vigilia di uno scontro giudiziario di proprozioni bibliche con evidenti ricadute non solo economiche per l'azienda anglosvedese ma anche con un confronto geopolitico di un profilo sconosciuto fra l'Unione Europea e il Regno Unito. Pare impossibile, agli osservatori, che il governo britannico non possa essere coinvolto nella disputa.
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Il Mattino