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ORA CHE L’AIFA HA SOSPESO IL FARMACO, COSA DEVONO FARE I PAZIENTI CHE HANNO RICEVUTO DA POCO IL VACCINO ASTRAZENECA?
Per Carlo Palermo, direttore del Dipartimento di Medicina Interna della USL Toscana Sud-Est e segretario nazionale del sindacato medico Anaao-Assomed, «bisogna solo aspettare, in tranquillità. Non c’è nulla che il paziente debba fare in attesa delle valutazioni su un eventuale nesso di casualità tra l’inoculazione del vaccino e le morti considerate sospette».
CI SONO PERSONE CHE HANNO SPORTO DENUNCIA PER IL DECESSO DI FAMILIARI VACCINATI AVVENUTO A UN MESE DALL’INOCULAZIONE. C’È UN TEMPO MASSIMO ENTRO CUI POSSONO SVILUPPARSI REAZIONI AVVERSE?
A rispondere è Massimo Andreoni, direttore del dipartimento di Malattie infettive di Tor Vergata, bisogna solo aspettare: «Il processo infiammatorio anche nello scatenamento del quadro legato alla reazione dell’organismo nei confronti dell’antigene vaccinale è ipotizzabile nell’ambito di poco tempo dalla vaccinazione, nel giro di 3-4 giorni al massimo si può aspettare l’evento post-vaccinale. Nel caso specifico un evento trombotico ha una genesi abbastanza rapida, è difficile pensare che uno possa avere un infarto un mese dopo la vaccinazione e collegare i due episodi».
LE PERSONE CHE HANNO RICEVUTO UN’INOCULAZIONE DAI DUE LOTTI SEQUESTRATI PRIMA DEL BLOCCO DELL’AIFA ANDREBBERO MESSE SOTTO OSSERVAZIONE?
Andreoni: «Sinceramente no, che gli si fa? Non possono essere pre-trattati, si fanno esami per capire se sono in condizione pre-trombotica? Si ricoverano in attesa che forse sviluppino delle reazioni? No».
COSA CAMBIA PER CHI DEVE RICEVERE LA SECONDA DOSE ASTRAZENECA?
Palermo: «La seconda dose di AstraZeneca può essere effettuata a 12 settimane dalla prima.
MEGLIO FARE LA SECONDA DOSE IN RITARDO MA COMUNQUE FARLA PIUTTOSTO CHE FERMARSI ALLA PRIMA?
Andreoni: «Assolutamente sì, la seconda dose si è rilevata indispensabile per una buona risposta immunologica nei confronti del virus. Non credo che l’Ema dovrà aspettare molto, in questa fase deve capire se l’evento occorso si è verificato in una percentuale superiore rispetto a quella attesa. In un Paese civile c’è un buon sistema che raccoglie i dati della mortalità delle persone: basta andare a vedere se c’è stata una mortalità in eccesso per quella patologia nei soggetti vaccinati rispetto alla popolazione».
C’È CHI HA AZZARDATO IL FAI-DA-TE E HA ASSUNTO EPARINA O TACHIPIRINA DOPO LA SOMMINISTRAZIONE DEL VACCINO. È PERICOLOSO?
Palermo: «Sono farmaci che un medico prescrive quando si fa una profilassi anti-trombotica ma è impensabile che le persone si curino da sole. La soluzione rischia di essere più pericolosa del rischio che si vuole combattere perché parliamo di farmaci che hanno effetti collaterali e che possono essere somministrati solo con motivazioni cliniche ben precise dettate da un medico».
C’È PURE CHI SOSTIENE DI FARE LE ANALISI PER CAPIRE LA COAGULAZIONE DEL SANGUE. È UTILE PER CHI HA FATTO DA POCO LA VACCINAZIONE O SI APPRESTA A FARLA?
Andreoni: «Alcuni studenti nel corso di un’ultima lezione all’università mi hanno chiesto: “Professore lei consiglia di fare i test per la coagulazione del sangue tra i vaccinati e vaccinandi?” Io rispondo che non è utile fare questo esame perché è inutile fare tutto ciò che non è provato. In questo momento mettersi a fare degli esami per vedere i livelli di coagulazione in persone che non hanno sintomi e stanno bene è insensato. È come pensare di colpire una zanzara con un cannone».
POSSO RIFIUTARE DI FARE IL VACCINO ASTRAZENECA O SCEGLIERNE UN ALTRO?
Palermo: «Certo, non c’è un obbligo. Ma credo e spero si venga esclusi dalle liste di vaccinazione. È inoltre impossibile immaginare che si scelga il vaccino, sarebbe meglio rinunciare alla vaccinazione AstraZeneca». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino