Centinaia di certificati di malattia per gli autisti dell’Atac, tutti con lo stesso timbro: quello di un medico arabo. Eppure la grafia che compare sui fogli spediti...
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Decifrare la scrittura di un medico non è sempre esercizio facile, eccezion fatta per i farmacisti, forse, ma la pila di certificati che si è ammassata nel corso degli anni nel quartier generale di via Prenestina non lascia molti dubbi a chi ha avviato l’indagine interna: quei fogli non sono stati compilati dalla stessa mano. Il sospetto è che decine di dipendenti abbiano sfruttato la compiacenza del dottore arabo, un pediatra, per godere di permessi retribuiti non dovuti. Oppure che gli autisti siano in qualche modo entrati in possesso del prezioso blocchetto dei referti, per poi moltiplicarne a dismisura i benefici, inventando di sana pianta le malattie dei figli. Malattie che, a differenza di quelle degli adulti, per legge non sono gestite con una procedura «informatizzata»: il certificato, in sostanza, non viene spedito dal computer del medico curante, ma si porta ancora a mano, oppure viene inviato dagli interessati. Una pratica che la partecipata del Campidoglio vorrebbe cambiare: a luglio i manager delle Risorse Umane hanno incontrato l’Inps e il Ministero del Lavoro, proprio per trattare l’argomento. Sarebbe una svolta storica, ma richiede tempo. Intanto autisti, macchinisti e operai dei depositi continuano a consegnare gli attestati di malattia dei figli per proprio conto. E qualcuno, a quanto pare, ha trovato un modo per approfittarne, almeno fino a quando non è stato scoperto.
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L’inchiesta avviata dall’Atac riguarda 20 dipendenti.
L’assenteismo, piaga antica tra i conducenti dei trasporti pubblici dell’Urbe, nel 2020 ha segnato l’ennesimo record negativo: mai così tanti malati. Nel I trimestre dell’anno il 16,8% dei dipendenti ha dato forfait al lavoro - ferie escluse, ça va sans dire - e quasi un lavoratore su dieci (il 9,8%) ha presentato un certificato medico per schivare il turno. Un trend confermato nel II trimestre, come annotato nell’ultimo rapporto sulle presenze pubblicato dall’azienda: assenteismo al 16,2%, ma col record di permessi 104, anche perché nel frattempo erano entrati in vigore i congedi dell’emergenza Covid. Ma c’è chi, col foglio del pediatra solo da precompilare, non ne ha avuto bisogno. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino