I padrini della 'ndrangheta trapiantati in Australia tornano a sparare. L’ultima vittima è un noto professionista di origini reggine, l’avvocato Joe...
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Il cadavere dell’uomo era riverso sull’asfalto. Aveva appena chiuso il suo bar, a Lygon Street, nel quartiere italiano di Carlton. I sicari lo hanno sorpreso alle spalle, facendo fuoco da distanza ravvicinata. Molti i colpi esplosi. Una volta giunti sul luogo del delitto, gli inquirenti hanno sentito i testimoni, ma nessuno avrebbe visto i volti dei killer. Un signore ha raccontato di aver visto tre uomini a bordo di un’auto sparare all’impazzata. La polizia, in queste ore, sta sondando il sottobosco della criminalità organizzata, sperando di trovare elementi utili alle indagini.
«La vittima – ha spiegato l’ispettore Michael Huges alla stampa – è nota, ma sul suo conto non figurano condanne passate in giudicato». Nonostante difendesse i padrini calabresi nei più importanti processi di mafia, il legale era sospettato di essere una talpa al servizio dei giornalisti. Per la sua uccisione, il boss Tony Madafferi, da tempo residente a Melbourne, avrebbe messo sul piatto 200mila euro: il penalista era stato avvertito dalla polizia, ma poi quei suggerimenti sarebbero caduti nel vuoto.
L’avvocato ha difeso narcotrafficanti del calibro di Pasquale Barbaro, Rocco Arico e Frank Madafferi, il fratello di Tony, condannato per avere importato 4 tonnellate di ecstasy, droga nascosta in barattoli di pomodori provenienti dal porto di Napoli. Proprio la scorsa settimana, è apparso in tribunale per rappresentare in aula il narcos Rocco Arico. Penalista di fama, Joe Acquaro è stato anche presidente della Camera di commercio italiana di Melbourne. «E’ nostro dovere – disse il giorno del suo insediamento – promuovere il vero prodotto italiano, perché la concorrenza e le contraffazioni sono un pericolo costante». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino