Ballottaggi, da Verona a Catanzaro (passando per Parma e Lucca). Le sfide chiave nelle città e chi parte in vantaggio

Ballottaggi, da Verona a Catanzaro (passando per Parma e Lucca). Ecco le sfide chiave nelle città
Occhi puntati su Verona e Catanzaro. Ma anche su Parma, Piacenza, Lucca, Viterbo e Frosinone. Sono 13 le città capoluogo di provincia chiamate a scegliere il proprio...

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Occhi puntati su Verona e Catanzaro. Ma anche su Parma, Piacenza, Lucca, Viterbo e Frosinone. Sono 13 le città capoluogo di provincia chiamate a scegliere il proprio sindaco al secondo turno delle amministrative in programma domani (oltre a quelle già citate, anche Alessandria, Cuneo, Monza, Como, Gorizia e Barletta). Si vota dalle 7 alle 23, in 65 comuni sopra 15 mila abitanti in cui lo scorso 12 giugno nessuno dei candidati ha superato la soglia del 50 per cento dei voti. E stavolta è il centrosinistra a partire in leggero vantaggio, con 8 sfide su 13 in cui la coalizione progressista si è piazzata in testa al primo turno. 

 

Ballottaggi, centrosinistra avanti in otto città su tredici. Ma decide tutto Verona

 

VERONA

A cominciare da Verona, dove l’ex calciatore Damiano Tommasi sostenuto da Pd, Azione di Carlo Calenda e liste civiche sogna di sfilare la poltrona di sindaco a Federico Sboarina, primo cittadino uscente (ex Lega) oggi con Fratelli d’Italia. I due sfidanti partono da una differenza di circa 7 punti (al 40% Tommasi, al 33 Sboarina): molto, anzi moltissimo, dipenderà da cosa sceglieranno di fare gli elettori del terzo classificato Flavio Tosi (Forza Italia), che al primo turno aveva incassato il 24% delle preferenze. Un sostegno tutt’altro che scontato, quello di Tosi a Sboarina, nonostante Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi abbiano più volte insistito in questi giorni sull’importanza di assicurare l’unità del centrodestra. Molti dei “tosiani”, infatti, appaiono decisi a far pagare caro il mancato apparentamento tra i due al ballottaggio. Motivo per cui la partita sembra più che aperta. 

 

 

CATANZARO

Copione a parti invertite a Catanzaro, dove è sfida tra prof universitari. Valerio Donato del centrodestra (al 44%) guida la competizione su Nicola Fiorita del centrosinistra, al 32. E non è difficile prevedere che a Donato andrà il sostegno dei voti di Fratelli d’Italia, che nel capoluogo calabrese correva al primo turno con una candidatura autonoma (Wanda Ferro, al 10% circa). Sono le due città più grandi al voto: quelle dove una sconfitta farebbe più male al centrodestra. 

 

 

PARMA

A Parma il centrosinistra di Michele Guerra (assessore del fu grillino Federico Pizzarotti)  parte in vantaggio sullo sfidante Pietro Vignali (44% versus 21%). A Piacenza sfida al femminile, con la consigliera regionale dem Katia Tarasconi che guida la partita di appena due punti sopra la sindaca Patrizia Barbieri. Anche a Viterbo il ballottaggio è “rosa”: qui in testa si è piazzata la civica Chiara Frontini, mentre la sfidante (4 punti percentuali sotto) è Alessandra Troncarelli, assessora al Welfare della giunta laziale di Nicola Zingaretti. 

 

IN TOSCANA

Doppia partita chiave in Toscana per il Pd di Enrico Letta, che non a caso ha scelto di chiudere il suo tour elettorale a Carrara e Lucca (qui insieme a Carlo Calenda). Al secondo turno infatti, il centrodestra lucchese di Mario Pardini (in rimonta sullo sfidante progressista Francesco Raspini) ha scelto di allearsi sia con i centristi sostenuti da Calenda - che ha reagito alla notizia dando dell’«incapace» al suo ex candidato - ma anche con la destra estrema vicina a Casapound. Un patto che ha inorridito il Pd locale e nazionale (e che ha motivato la rottura del deputato Elio Vito con Forza Italia) trasformando la sfida di Lucca in una battaglia ad alto valore emotivo. Perdere qui, per i dem, sarebbe un vero e proprio capitombolo. 

Altra sfida simbolica agli occhi del centrosinistra è quella di Carrara. Qui il deputato di Italia Viva Cosimo Ferri ha incassato il 15% al primo turno piazzandosi terzo, ma al ballottaggio ha scelto di schierarsi con il candidato leghista Simone Caffaz (che oltre al suo 20% poteva di fatto già contare anche sul 17 incassato da FdI e FI). Mandando così in crisi di nervi i dem che sostengono Serena Arrighi, prima col 30% circa. Vincere, per i il Pd, sarebbe uno smacco nei confronti degli amici-nemici del partito di Matteo Renzi. 

 

LE ALTRE

Si chiude con Monza, Gorizia, Barletta e Frosinone, dove parte primo il centrodestra, e poi Alessandria, Cuneo, Como, dove invece a guidare la competizione è il centrosinistra. 

 

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Il Mattino