Banda del buco: chiesto il rinvio a giudizio per i sette che avevano rubato un milione di euro

Banda del buco: chiesto il rinvio a giudizio per i sette che avevano rubato un milione di euro
La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per i sette presunti componenti, arrestati il 18 maggio scorso, della «banda del buco» che il 3 novembre del 2020...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per i sette presunti componenti, arrestati il 18 maggio scorso, della «banda del buco» che il 3 novembre del 2020 svaligiò la filiale del Credit Agricole di piazza Ascoli, nel capoluogo lombardo, scappando poi dalle fognature con un bottino di circa un milione di euro.

Si era trattato, stando alle indagini andate avanti per mesi della squadra mobile di Milano e dei pm Maria Cristina Ria e Rosaria Stagnaro, di una rapina vecchio stile progettata per lungo tempo e con i rapinatori in grado di recuperare le carte della estesissima rete fognaria di Milano (oltre 1.500 chilometri di condotti) con le quali avevano individuato il punto esatto in cui scavare per sbucare all'interno della banca in piazza Ascoli.

Sotto la minaccia di una pistola il direttore non aveva potuto far altro che aprire il caveau delle cassette private. Nell'inchiesta erano stati scoperti pure alcuni appartamenti presi in affitto dalla banda come basi logistiche, in particolare uno in via Montepulciano, in zona Loreto, sequestrato e dove è stata eseguita un'approfondita perquisizione dagli investigatori perché, come emerso da intercettazioni ambientali, erano in programma altre rapine a Poirino (Torino), Muggiò (Monza e Brianza) e Gorgonzola (Milano).

Davanti al gip Giusy Barbara, che aveva firmato l'ordinanza di custodia cautelare, i sette arrestati, tutti bloccati in Campania, avevano scelto la linea del silenzio e poi nel corso del procedimento sono arrivate delle ammissioni. Davanti al gup in udienza preliminare gli imputati potranno scegliere anche di essere giudicati con rito abbreviato. 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino