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«Praticamente l'ho salvato io quello rimasto incastrato nel tunnel, chiamando i vigili del fuoco, ma non lo conoscevo». Si dipinge quasi come un eroe Mario Mazza, il 57enne napoletano arrestato giovedì assieme all'amico e concittadino Antonio Pinto (45 anni), con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento, per non essersi fermati all'alt dei carabinieri e per aver tamponato un'auto dell'Arma, mentre tentavano la fuga. I due - stando alla versione riferita ieri al giudice - passavano casualmente da via Innocenzo XI, nel quartiere Aurelio: «Eravamo nella nostra jeep e abbiamo visto questo ragazzo sul ciglio della strada che chiedeva aiuto.
Quando poi abbiamo notato il tunnel scavato nel pavimento all'interno del negozio, abbiamo avuto paura e ce ne siamo andati via. Ci ha accostato una macchina e abbiamo visto le pistole, ma non abbiamo capito che erano i carabinieri perché era un'autocivetta».
Signor Mazza, come mai si trovava in via Innocenzo XI?
«Avevo appena accompagnato mia figlia all'Accademia di danza perché lei vive a Roma e siamo venuti a trovarla, io e Antonio. Passavamo di lì e per strada abbiamo visto questo ragazzo che chiedeva aiuto, vestito da muratore. Siamo scesi, abbiamo notato il tunnel e ho chiamato i vigili del fuoco. Praticamente l'ho salvato io».
Ma non le è sembrata una situazione sospetta?
«No, assolutamente. Io pensavo che stessero scavando per entrare in una stanza segreta, tutto qui».
Ci risulta che lei ha precedenti penali.
«Sì, per rapina e furto, nel 2005. Ma ho scontato tutte le pene».
È una coincidenza strana che si trovasse lì proprio quando quei due stavano, forse, tentando il furto in una banca, con modalità simili a quelle usate in passato da lei.
«Che le devo dire? Mi sono trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il destino è strano».
Ora che è libero cosa farà?
«Dopo questa disavventura torno subito a casa mia, a Napoli. La carbonara la mangerò lì».
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