Si cerca ancora la verità sulla drammatica esplosione che martedì ha devastato il porto di Beirut e le zone circostanti causando oltre 150 morti e 5000 feriti. Le...
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Sul web si rincorrono le ipotesi e sorgono anche, come spesso accade in questi casi, diverse teorie del complotto.
Una bomba sganciata da Israele per colpire Hezbollah? Colpa di alcuni saldatori sbadati? Oppure il fuoco è divampato da una fabbrica di fuochi d'artificio? Vediamo insieme le varie ipotesi.
Il presidente libanese Michel Aoun ha respinto oggi le richieste di un'inchiesta internazionale avanzate ieri da varie parti, compreso il presidente francese Emmanuel Macron durante una visita in Libano. Lo scrive il sito del quotidiano An Nahar, riportando affermazioni fatte da Aoun durante un incontro con un gruppo di giornalisti. Le richieste per un'inchiesta internazionale puntano a «distorcere la verità», ha aggiunto Aoun, sottolineando che ogni verdetto perde di significato se richiede troppo tempo per essere emesso.
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Spunta un video: «È una bomba»
Il principale sostenitore dell'attacco terroristico è stato fin dal principio il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha definito l'esplosione "un terribile attacco". Il presidente era poi stato corretto, tra gli altri, dal segretario alla Difesa, Mike Esper, che ha detto di ritenere che si sia trattato di un incidente. Ma sui social fioccano i video che affermano di vedere chiaramente un oggetto non identificato, scagliarsi verso i giganteschi silos del porto di Beirut poco prima della deflagrazione.Un altro video mostra un uomo che mentre cammina per le strate della città libanese punta il dito verso il cielo come a indicare lo sgancio di una bomba. Ma nel primo video, quello che viene indicato come un ordigno esplosivo, sembra essere chiaramente un uccello in volo. Oltretutto l'esplosione avviene alle spalle dei silos di cemento: dal lato opposto rispetto a quello dove è stata avvistata la presunta bomba.
«È un attacco di Israele, no è stata Hezbollah»
Alcune fonti dei servizi di sicurezza occidentali sostengono che l'esplosione sia stata un'attacco di Israele per colpire un deposito di armi di Hezbollah, l'organizzazione paramilitare libanese che in seguito è diventata il maggior partito politico sciita del paese. Secondo i sostenitori di questa ipotesi Israele voleva colpire l'organizzazione accusata di sostenere militarmente l'Iran e la Siria e non era a conoscenza del fatto che in quel luogo ci fosse il nitrato di ammonio che poi ha causato l'esplosione.È opera di Hezbollah? Secondo alcuni, sì. Ma non c'è alcuna prova al momento. Nel giorno dell'esplosione era atteso, infatti una importante sentenza per quattro membri dell'organizzazione sciita libanese, accusati di aver commesso l'omicidio dell'ex premier libanese Rafiq Hariri nel 2005. Alcune voci sostengono che l'esplosione sia legata al processo.
Il leader degli Hezbollah libanesi, Hassan Nasrallah, smentisce invece con forza che l'esplosione sia stata causata dalla deflagrazione di armi depositate dal Partito di Dio nel porto di Beirut. «Sono tutte bugie e menzogne», ha detto Nasrallah riferendosi alle accuse, rivolte da più parti a Hezbollah, di esser responsabile del disastro che ha ucciso più di 150 persone.
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La pista del deposito di fuochi d'artificio
La notizia è stata riportata per prima dai media legati a Hezbollah. Le istituzioni libanesi hanno subito smentito la notizia definendola "un'ipotesi ridicola". La pista del deposito di fuochi d'artificio sembrava essere la più accreditata nei primi, concitati, momenti dell'esplosione anche perché prima del gigantesco boato, dalla nube di fumo nero che saliva tra i tetti di Beirut sembravano avvenire diverse micro-esplosioni. Questa strada è stata definitivamente accantonata dalle autorità libanesi.Una saldatura finita male
Le indagini preliminari della sicurezza hanno rivelato che a innescare l'esplosione potrebbe essere stata un'operazione di saldatura finita male. Secondo quanto riferito da Lbcj - canale di notizie laico libanese, nei pressi del deposito dove era contenuto il nitrato di ammonio scaricato dalla nave russa tempo fa, era in corso un lavoro di saldatura: gli operai dovevano saldare un piccolo foro per evitare i furti in quell'area. Le fiamme si sarebbero poi propagate all'interno determinando lo scoppio.Leggi l'articolo completo su
Il Mattino