Silvio Berlusconi si riprende la scena, dopo cinque anni torna a Bruxelles per il vertice del Ppe, saluta Angela Merkel, si propone come unico argine ai populisti. Il leader di...
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Il ritorno al centro della scena passa ovviamente anche dall'Europa. La decisione di Berlusconi di partecipare, dopo cinque anni, al vertice del Partito popolare rientra in una precisa strategia: accreditarsi a Bruxelles come il leader dei moderati che può arginare l'avanzata dei populisti. «Mi fa una certa impressione tornare nella sede della Ue», confessa. «Il mio - aggiunge - è stato l'unico intervento che ha suscitato applausi insieme a quello dell'austriaco Kurz». La vittoria dei popolari a Vienna è letta da Berlusconi come un viatico per quanto succederà in Italia. «Sono ancora qui, contro il parere dei miei figli e dei miei manager, per far sì che in Italia non abbiano il sopravvento gli irresponsabili». In questo percorso, per il Cavaliere è fondamentale ricucire il rapporto con la Merkel, con la quale ieri c'è stato un rapido saluto. «Ci sentiremo al telefono - fa sapere - ad Angela mi lega da sempre una grande e reciproca stima».
Che il leader di Fi si senta già in campagna elettorale è evidente e, forte dei sondaggi che danno il centrodestra unito in vantaggio, Berlusconi smentisce ancora una volta l'ipotesi di un governo di larghe intese con il Pd: «Ci sono troppe distanze». Si parla di politica italiana ma anche di appartenenza all'Europa che, assicura, «nessuno nel centrodestra mette in dubbio», neanche la Lega. I toni sono già da campagna elettorale: in campo, dice, non c'è nessun altro «che possa garantire un governo efficace e chi non ha lavorato o chi ha fatto solo politica non può assumersi questa responsabilità». Quindi, forse anche un po' a sorpresa, esclude l'ipotesi di una chiamata alle armi del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. «Svolge egregiamente il suo ruolo - lo elogia Berlusconi -, in questi primi mesi non ha sbagliato un colpo». Per il candidato premier, aggiunge, si lavora su «altri protagonisti: ce ne sono in Italia, di comprovata esperienza.
Quanto all'alleanza con la Lega, Berlusconi assicura sull'affidabilità di Salvini. «Si pone con irruenza nel fare politica ma - spiega - è estremamente aperto e ragionevole, e questo mi dà l'assoluta sicurezza su come possa funzionare da qui in avanti la coalizione». Anzi, c'è già la ricetta per il governo con Lega e Fdi, rivela Berlusconi. «Sarò di venti membri, dodici ministri della società civile e solo otto politici, tre di Forza Italia, tre della Lega e due Fdi». Insomma, il Cav si considera ancora in campo da titolare. D'altra parte, scherza con i giornalisti prima di ripartire per l'Italia, «ho fatto un'estate monacale, non sono andato a cena nemmeno una volta e ho perso undici chili, sentite che muscoli». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino