Berlusconi rilancia: noi unica alternativa ai Cinque Stelle

Berlusconi rilancia: noi unica alternativa ai Cinque Stelle
ROMA. «Prepariamoci al voto, in questi sei o sette mesi di campagna elettorale, occorrerà lavorare per conquistare tutti i collegi». Al tavolo di palazzo...

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ROMA. «Prepariamoci al voto, in questi sei o sette mesi di campagna elettorale, occorrerà lavorare per conquistare tutti i collegi». Al tavolo di palazzo Grazioli molti coordinatori non hanno nascosto la sorpresa. «Berlusconi si sarà sbagliato», il commento di qualcuno. Ma quel riferimento temporale alle urne in realtà non è stato solo un passaggio involontario.


Il fatto è che il Cavaliere auspica ora che si vada alle elezioni a maggio. Ha un processo pendente, il Ruby-ter, ma l'8 marzo scadono i termini della pena che gli è stata inflitta. Si potranno aprire gli spazi per presentare una candidatura con riserva, anche se non è certamente scontato che Berlusconi potrà riavere la riabilitazione politica. Altro step importante è quello del 22 novembre, con la Corte di Strasburgo chiamata a pronunciarsi sulla legge Severino. Dunque meglio far slittare le elezioni, in ogni caso non cambia nulla se non si andrà alle urne a marzo, il pensiero dell'ex premier.

Non la pensano così Salvini e Meloni. Solo due giorni fa il leader leghista ha minacciato di fare fuoco e fiamme se non otterrà al più presto la data delle elezioni. E anche per la presidente Fdi occorre staccare al più presto la spina alla legislatura.

Comunque anche ieri Berlusconi con i suoi non ha polemizzato con gli alleati. «Troveremo l'accordo sul governo, 12 ministri verranno dalla società civile, e sul programma. Dobbiamo inserire la pensione per le casalinghe e l'eliminazione dell'Imu per la seconda casa», ha spiegato ai commensali. Più difficile la partita sui collegi. «Noi vogliamo di più, più di Fdi e più di Fi», ha rilanciato il leghista Giorgetti. «La Lega non ci metterà i piedi in testa», l'urlo di battaglia risuonato in via del Plebiscito. Fdi non potrà rivendicare un candidato nella regione Lazio («Pirozzi non va bene», il parere degli azzurri) e neanche in Friuli. Nelle liste entreranno solo persone fidate («Non faremo l'errore del 2013 con Alfano», ha detto il Cavaliere) e pulite. «De Luca non è il nostro, ma non dobbiamo prestare il fianco alle critiche», l'appello di Berlusconi. Fuori chi non ha pagato le quote entro il 30 settembre e chi non si è iscritto in tempo. Porte aperte alla quarta e ad altre gambe del centrodestra. «Ci sarà», questo il resoconto fatto dall'ex premier, «una formazione liberale guidata da Costa e da Fitto», con il quale sembra che i rapporti siano migliorati. E un'altra di stampo cattolico con Cesa e Rotondi. Inoltre arriveranno altre liste: forse quella degli animalisti, di sicuro una proveniente dalla società civile.
 

Ma tutti coloro che entreranno nella coalizione del centrodestra dovranno avere propri listini nel proporzionale, «FI non ospiterà nessuno». Il Cavaliere ha alzato l'asticella per FI («Possiamo arrivare al 30») e ribadito che lo scontro sarà tra il centrodestra e i Cinquestelle. «I grillini sono il pericolo numero uno, hanno un programma che distrugge il Paese», l'opinione del leader azzurro, che poi con i suoi si è soffermato sul momento no di Renzi: «Mi ha colpito come sia stato maltrattato dai giornalisti martedì da Floris. Eppure erano gli stessi giornalisti ad adularlo fino a poco tempo fa». «Renzi sembrava invincibile, ora è in grande difficoltà», l'osservazione di Berlusconi che vorrebbe dicono i suoi «tenere in piedi» Renzi per evitare la polarizzazione del voto con M5s. «Sono arrivato in Sicilia troppo tardi, peccato. Ma ora girerò tutta l'Italia», ha promesso l'ex premier ai coordinatori prima di congedarsi con un invito: «Mi raccomando, dimagrite come ho fatto io». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino