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«Continuare a fornire armi all’Ucraina, aumentando gli sforzi per far pagare alla Russia le sue azioni». Ieri il presidente americano Joe Biden si è collegato in videoconferenza con i leader che appoggiano la strategia di isolamento progressivo della Russia sul piano internazionale. Alla conversazione hanno partecipato il canadese Justin Trudeau, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, oltre che Emmanuel Macron, Boris Johnson, Olaf Scholz, il polacco Andrzej Duda, il giapponese Fumio Kishida, e il romeno Klaus Iohannis. E, ovviamente, Mario Draghi. Chiaro l’obiettivo: Putin non deve vincere la guerra.
I comunicati che hanno fatto seguito al summit sono piuttosto scarni; parlano dell’ovvio impegno a sostenere la lotta per la difesa del territorio ucraino con uno stretto coordinamento tra le cancellerie, e con un’attenzione specifica ai contributi finanziari necessari per supportare il governo ucraino. Si è parlato anche della necessità di agire in consorzio per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, in modo da tagliare il cordone ombelicale che lega la Russia all’Europa con le forniture di gas. Posizioni a cui è allineato lo stesso Draghi che, in collegamento da Città della Pieve dove è costretto dal Covid, ha premuto soprattutto sulla necessità di sostenere ancora Kiev con ulteriori «aiuti finanziari».
La durata della conversazione (un’ora e mezza) lascia pensare che i temi sul tavolo della discussione fossero però ben più numerosi.
Il summit si apre con la partecipazione della delegazione russa, capitanata dal ministro per la Finanza Anton Siluanov, e questa presenza provoca grande imbarazzo per gli Stati Uniti, i quali hanno chiesto nelle ultime settimane l’estromissione di Mosca dal consesso. La decisione non è stata presa finora per l’opposizione dichiarata dal Brasile di Bolsonaro, e ripetuta ancora ieri alla vigilia della convocazione.
La segretaria del Tesoro statunitense Janet Yellen prenderà parte alla conferenza per rendere omaggio, in primo luogo, al collega ucraino Sheriy Marchenko, ma eviterà di partecipare a sessioni con il russo anche se quest’ultimo apparirà soltanto in collegamento virtuale, come si apprende dalle ultime agenzie.
Assenti saranno anche i rappresentanti dei paesi del G7, uniti sul fronte della condanna. La Russia ha riscosso ieri una parziale compensazione dei tanti legami internazionali che sta perdendo, quando la cancelleria di Pechino ha confermato il suo impegno a proseguire sulla strada del Partenariato strategico che lega i due paesi. L’interscambio commerciale è salito a 38 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre, e la Cina propone ora di estendere ed ampliare l’accordo con la partecipazione dei paesi del Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). Per contro Mosca ha dovuto incassare un nuovo allineamento del Canada sul fronte delle sanzioni, che colpiranno quattordici oligarchi nell’entourage di Vladimir Putin, e due delle sue figlie.
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