Biden, 2022 pieno di sfide: un anno dopo Trump non ha più scuse

Oltre il 6 gennaio 2021, oltre l’assalto a Capitol Hill, oltre le polemiche dell’anniversario 2022. Oltre Trump,...

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Oltre il 6 gennaio 2021, oltre l’assalto a Capitol Hill, oltre le polemiche dell’anniversario 2022.


Oltre Trump, insomma.
Biden è alla Casa Bianca da un po’ e, oramai, non ha più scuse.

Durissima e assolutamente legittima la condanna dell’attacco alla democrazia. Poi, però, restano pure i fatti. E i fatti non promettono nulla di buono per il futuro di un presidente che sembra già passato.

Indici di gradimento sotto terra, letteralmente ai minimi storici dell’intera saga di questo Paese. Un’economia ancora in grosso affanno, che si è ripresa, sì, ma sì e no del “rimbalzo” post tonfo. E, soprattutto, una pandemia che non soltanto non accenna alcuna frenata, ma che viceversa con l’ondata Omicron ostenta dei numeri addirittura allarmanti, paradossalmente proprio in quegli Stati che hanno forzato la mano con restrizioni e chiusure. L’ultra democratica New York, in particolare, è da record mondiale. Ma negativo.

Altro che «indipendenza dal virus», dunque. Virgolettato che ricorda quella promessa simbolica per il 4 luglio scorso, che oggi suona davvero come lontanissimo. E che trova gli americani, da destra a sinistra, parecchio stanchi. Quasi ansiosi di un approccio repubblicano che sta facendo invece brillare Florida e Texas. Due realtà tuttavia, e va sottolineato per completezza di informazione e per onestà intellettuale, che vantano una strada in discesa grazie al clima e all’eterna primavera estate.

Eppure con questo scenario così complesso, con lo scacchiere degli Esteri peraltro in fiamme tra Russia e Ucraina e Kazakistan e Nato, bisogna fare i conti e bisogna farli in fretta. E non c’è fantasma dal ciuffo arancione che tenga.

Trump, nel frattempo e dal canto suo, si è ripreso un partito che suo non è né è mai stato.

C’è un video che impazza su Twitter, e che in due minuti spiega ogni cosa, che mette a confronto le dichiarazioni dei vari Pence, McConnell, McCarthy, Graham e Cruz: le bordate di un anno fa con le fusa di oggi. Allora, tutti impegnati a prendere le distanze. Adesso, tutti impegnati al fianco dell’ex (e futuro?) presidente. Di nuovo a cuccia, prostrati e mogi.

L’unico potenzialmente in grado di agitare la sfida tra conservatori è il governatore DeSantis, forte del suo successo proprio sul fronte Covid tra Miami e dintorni. Il quale, però, giura fedeltà al grande capo e insiste, almeno a parole, con la sua linea di non volersi neanche candidare in chiave 2024.

Ma l’America non aspetta e c’è un orizzonte politico ancora più prossimo: le elezioni di midterm dell’8 novembre 2022.

Biden deve darsi una mossa.
Perché parlar male di Trump, presto, non gli basterà più.

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Il Mattino