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Boris Johnson si è rassegnato all'inevitabile - all'undicesima ora e qualche minuto - e ha annunciato il passo indietro che ormai quasi tutti, dentro e fuori il partito, gli sollecitavano. “Borisexit”, una resa preannunciata e inesorabile dopo la valagna di dimissioni che ormai da giorni aveva travolto l'esecutivo di BoJo. «Lascio ma non avrei voluto farlo», ha detto annunciando alla nazione le sue dimissioni da leader Tory.
L'addio
«Quando il gregge si muove si uniscono tutti. Nessuno è indispensabile: il nostro sistema darwiniano riuscirà a trovare un nuovo leader a cui darò tutto il mio sostegno». E così è stata effettivamente, una resa obtorto collo, concessa solo dopo aver delineato un percorso di dimissioni a tappe che durerà fino all'autunno prossimo.
I suoi collaboratori, secondo le prime indiscrezioni, erano assai meno composti del premier: molti di loro, come riferiscono diverse fonti, erano «letteralmente sconvolti e in lacrime». Si dice anche che BoJo sia rimasto quasi sempre solo mentre scriveva la dichiarazione di dimissioni. Poi avrebbe detto ai suoi e alla moglie Carrie di aspettare fuori dalla sala mentre si accingeva a leggerlo.
«Voleva qualche minuto solo per sé», han riferito diverse fonti. Johnson è salito sul podio a Downing Street, di fronte a una centinaia di telecamere e microfoni dei media di tutto il mondo, e ha rimesso il suo mandato sotto gli occhi della moglie, visibilmente emozionata, con la loro bambina stretta al petto, e gran parte del suo staff. Circa 20 parlamentari, rimasti fuori dalla sede del primo ministro, continuavano ad applaudire mentre BoJo concludeva il suo discorso di addio meno di tre anni dopo una schiacciante vittoria alle elezioni. Successivamente il Primo Ministro ha tenuto un altro discorso privato nella Pillared Room per tutto il suo personale, col quale ha voluto ringraziare per gli «enormi risultati ottenuti negli ultimi tre anni».
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Il Mattino