Ore difficili per un magistrato in carriera, un uomo che ha dedicato la vita a smantellare i clan casalesi e che ora si trova costretto a rivedere il proprio passato più...
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Trama di basso profilo, nella quale la Finanza cala le parole di Sirignano, indicato da Palamara come una possibile sponda per convincere il candidato procuratore a Perugia Giuseppe Borrelli (aggiunto a Napoli) a coltivare l'esposto anti Ielo, una volta insediatosi (anche con i voti di Unicost) in quel di Perugia. Tra il primo marzo al 15 maggio scorsi sono 24 le telefonate censite tra i due, in un crescendo di insistenza da parte di Palamara a contattare il suo ex capo napoletano per tastare la sua disponibilità a «dare la botta a Ielo». Parole nel frullatore, millanterie, che hanno spinto un incolpevole Giuseppe Borrelli a presentare una nota al procuratore di Napoli Melillo per prendere le distanze da quanto sta venendo fuori dall'indagine perugina. Ieri, sono ancora i verbali a tenere banco. È il 7 maggio scorso, Palamara torna alla carica con Sirignano: «Spalanca bene le orecchie, Borrelli, ci si può fida' o no?». Sirignano sembra infastidito ma non taglia corto: «Luca, nata vota mi dici sta cosa?». In ballo, spiega Palamara, c'è l'esposto di Stefano Fava a Perugia, quello diretto contro Ielo. E Sirignano esordisce così: «Ma Stefano chi?...», tanto che Palamara insiste: «Stefano Fava... quella cosa la vuole fare andare a Perugia... ce l'ha le palle per farlo... perché Clivio sull'aereo mi fa capire che Borrelli in realtà è il candidato di Area per Perugia». È il momento in cui Sirignano appare rassicurante, quando Palamara insiste con una domanda, «chi ci parla di questa cosa?». E il pm napoletano chiarisce: «Chi ci parla... io ci ho già parlato, a Peppe ho detto guarda he se tu vai a Perugia... tu vai a Perugia perché sei affidabile! Capiscimi cosa vuol dire questa parola. Tanto che gli ho detto te la devo spiegare?; e lui mi ha detto no... no... ho capito». Come spesso accade in queste circostanze, si finisce a contare i nomi dei possibili candidati, tanto che Sirignano spiega: «Borrelli è, come hai detto tu, viene dopo di Maresca perché Maresca è Unicost sicuramente (parlano del pm Catello Maresca, estraneo a queste vicende), mentre Borrelli è mezzo e mezzo (portato da Area e da Unicost, ndr)». Poi un ragionamento a voce alta da parte di Sirignano, privo di rilevanza penale o disciplinare, ma che rischia di pesare sui rapporti con gli ex capi napoletani: «Tieni conto - spiega Sirignano - che Borrelli è sempre stato uno che sale sul carro... quindi se tu porti avanti tutto il lavoro...»; Palamara: «Ma chi glielo dice che deve fare quella cosa lì... capito... chi glielo dice?»; Sirignano: «Ma quella cosa lì di quale? Di Fava? E quindi che cosa significa quella cosa lì deve andare avanti contro questi qua?»; Palamara: «Eh, deve aprire un procedimento penale su Ielo... cioé stiamo a parlà di questo... non lo farà mai»; Sirignano: «Io non lo so Ielo è amico di Melillo? Se sono della stessa parte, tieni conto che Melillo e lui stanno in contrasto»...; Palamara: «Melillo e Borrelli?»; Sirignano: «Se voi non li uccidete a questi qua...»; Palamara: «Non lo faremo mai»; Sirignano: «È chiaro che questa cosa non si fa»; Palamara: «Esatto». A questo punto Sirignano comprende la gravità dell'espressione «uccidere» usata e prova a chiarire il concetto: «Uccidere questa gente significa mettere le pedine nei posti giusti... significa dare visibilità alle vostre scelte»; e Palamara chiude il discorso: «Perciò sto parlando con te e perciò ti sto dicendo che siamo alla fine». Insomma, pagine difficili da digerire, che hanno spinto il procuratore aggiunto Borrelli a depositare «una documentazione comprovante la mia più totale estraneità a questi fatti», mentre ora è logico attendersi da Sirignano un passo indietro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino