Con la Brexit «mancheranno 10-11 miliardi ogni anno al bilancio Ue, perché nonostante lo "sconto" la Gran Bretagna era un contributore netto». Lo ha...
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Effetto Brexit sul bilancio Ue che dopo il 2020 vedrà tagli e razionalizzazioni ai fondi per la coesione che vanno alle regioni e a quelli per l'agricoltura. È quanto prevedono gli scenari del documento di riflessione presentato oggi dalla Commissione Ue sul futuro delle finanze europee. Una revisione della spesa è necessaria per finanziare le nuove priorità Ue: migranti, lotta al terrorismo e difesa comune. «Lo status quo non è un'opzione», per questo «dovranno essere fatte scelte dure», si legge nel documento. Il vero nodo sono le risorse: «il gap nelle finanze Ue che nasce dall'uscita del Regno Unito e dai bisogni finanziari delle nuove priorità deve essere chiaramente riconosciuto», si legge nel documento di Bruxelles. Secondo quanto riferito da fonti Ue, il 'bucò lasciato da Londra sarà di una decina di miliardi l'anno, a cui si aggiungono un'altra quindicina di miliardi che serviranno a finanziare le nuove priorità rispetto alla ripartizione attuale delle risorse attualmente destinate in gran parte all' agricoltura e ai fondi di coesione per le regioni.
Verrebbero così a mancare all'appello una media di circa 25 miliardi l'anno dopo il 2020. Per far quadrare i conti si guarda a diverse ipotesi. Aumentare le risorse proprie, seguendo le indicazioni di Mario Monti nel suo 'libro biancò: ad esempio incassando introiti da una 'carbon tax' (relativa al sistema Ets), dall'Etias (il sistema di visti Ue come l'Esta americano), o ancora dal signoraggio delle banconote emesse dalla Bce. Oppure ridurre e razionalizzare la spesa attuale in base a quale tipo di Ue si delineerà in futuro (se con meno compiti, uguale, a più velocità oppure ancora più integrata) secondo i cinque scenari identificati nel 'White paper' presentato a marzo. In ogni caso, Bruxelles prevede fondamentalmente riduzioni e revisioni ai fondi di coesione e all'agricoltura. Non sono previsti ulteriori tagli al personale Ue, in quanto ciò «metterebbe a rischio il buon funzionamento delle istituzioni». Dovrebbero invece essere cancellati gli sconti agli Stati membri (tra cui Germania, Austria, Olanda, Danimarca) legati al 'rimborso britannicò (il 'British rebatè), in quanto con l'addio all'Ue di Londra questo cesserà di esistere.
Nel documento si introduce poi la proposta di passare dagli attuali bilanci (Mff) strutturati su 7 anni a bilanci su 5 anni, per allinearli alla durata del mandato di Commissione e Parlamento Ue e per rendere più facile adattare la spesa alle nuove necessità, come per esempio è stata la crisi dei migranti o la lotta al terrorismo.
Il Mattino