«L'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea avrà effetti comunque limitati sull'economia reale italiana. La solidità dei fondamentali...
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«I fondamentali del sistema bancario restano solidi. In un contesto di volatilità generalizzata a livello globale, le autorità seguono con attenzione la situazione», sottolinea ancora via XX settembre. «Nonostante le ampie escursioni dei prezzi - si legge - l'operatività dei mercati finanziari prosegue secondo le normali modalità».
«È evidente che la Brexit avrà effetti», provocando «ansia sui mercati ed effetti speculativi» ma «non dimentichiamo i fondamentali dell'Ue», ecco che «dobbiamo trasformare il trauma in una grande opportunità», d'altra parte «l'Europa è sempre andata avanti per traumi», afferma il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, commentando la Brexit. Adesso, aggiunge, è necessario che «l'Ue si muova per rivedere i trattati anche nella logica di una maggiore flessibilità».
L'effetto Brexit sull'Italia potrebbe comportare nella peggiore delle ipotesi «un calo delle esportazioni fino a un valore massimo di circa 3 miliardi». È quanto sostiene il Chief Economist di Intesa Sanpaolo, Gregorio De Felice, sugli effetti derivanti dall'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, ricordando che L'Italia esporta verso il Regno Unito il 7% del proprio export, pari a circa 22 miliardi di euro.
L'uscita dalla Ue potrebbe comportare l'introduzione per la prima volta da 40 anni di dazi sul mercato britannico e anche ipotizzando tariffe contenute, il dazio medio applicato alle imprese italiane dopo Brexit potrebbe essere superiore al 5% del valore esportato. Immaginando che le imprese italiane mantengano invariati i prezzi in euro facendosi carico del dazio, potrebbe costare nel complesso più di 1 miliardo di euro, solo lo 0,25% dell'export italiano nel mondo. Lo stima Prometeia.
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Il Mattino