Il calcetto con i clienti fa parte dell'orario di lavoro: la sentenza rivoluzionaria

Il calcetto con i clienti fa parte dell'orario di lavoro: la sentenza rivoluzionaria
A volte non è semplice tracciare il confine che separa il lavoro dal tempo libero. Basta chiedere ai giudici della Corte Suprema spagnola che, un paio di...

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A volte non è semplice tracciare il confine che separa il lavoro dal tempo libero. Basta chiedere ai giudici della Corte Suprema spagnola che, un paio di settimane fa, hanno discusso una questione che lasciava spazio a diverse interpretazioni. Il caso è stato sollevato dai sindacati dell’Altadis, una multinazionale spagnola leader nella produzione di tabacco. Da anni la società organizza un torneo di calcetto con i tabaccai della zona, che sono i loro primi clienti. Le partite vanno considerate orario di lavoro? 


L'Alta corte ha sostenuto che il tempo speso per "attività promozionali con i clienti" e qualsiasi altro evento al di fuori dell'ufficio va considerato come lavoro effettivo. Inoltre ha stabilito che il giorno lavorativo successivo alla partita non poteva iniziare prima di dodici ore. E ancora, qualsiasi infortunio avvenuto in campo va considerato incidente sul lavoro.

Per quanto insolita possa apparire l'argomento, sia l'Alta corte nazionale che la Corte Suprema hanno dato ragione ai sindacati. E questo nonostante il fatto che l'accordo riconosca che la partecipazione a questo campionato è volontaria e che il tempo che investito venga in seguito compensato con la concessione di ore di riposo o giorni di liberi. Ma, argomentano i magistrati, ciò che viene discusso non è un compenso per la partecipazione a queste attività, ma la definizione data al tempo trascorso. E questo viene così inquadrato all'interno dell'orario di lavoro. 

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Il Mattino