Non è un caso che Paolo Gentiloni sia stato costretto a imporre tre fiducie sulla legge elettorale. E non è causale neppure che mai come in questa occasione sia...
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Questo perché, a dispetto della scorsa legislatura, non è più possibile controllare le dita dei singoli parlamentari al momento del voto segreto. Fino a cinque anni fa i deputati dovevano tenere il dito premuto sul pulsante (verde per il sì, rosso per il no) per poter far registrare al computer centrale (e dunque al tabellone elettronico) il proprio voto. «Ora invece - allarga le braccia il capogruppo del Pd, Ettore Rosato, padre della legge - non è più necessario tenere prumuto il dito sul pulsante, basta sfiorarlo con un rapido gesto». Conclusione: nessun vicino di banco, come accadeva un tempo, può controllare e vigilare su come il collega posiziona il dito durante la votazione.
Sul controllo delle votazioni segrete c'è ampia letteratura: Silvio Berlusconi faceva votare i suoi parlamentari con l'indice della mano destra, rendendo a tutti evidente in quale fessura (quella verde o rossa) questo veniva inserito. E lo stesso sistema scelse Umberto Bossi. A sinistra erano meno efficienti e non sono poche le leggi uliviste cadute nelle imboscate dei franchi tiratori.
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Il Mattino