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Città del Vaticano - Dovrà pagare più di duemila euro di multa il parroco campanaro che difendeva il diritto di suonare le campane della sua chiesetta, alle porte di Firenze. La guerra delle campane è ormai sempre più diffusa sul territorio italiano, basta seguire il crescere dei contenziosi che finiscono dritti in tribunale o sui tavoli dell'agenzia regionale ambientale. Stavolta al centro delle cronache c'è don Leonardo Guerri, parroco della chiesa di Santa Maria a Coverciano, in provincia di Firenze. Un po' di tempo fa aveva scherzato sostenendo di non aver paura dei conflitti, anche perché di cognome faceva 'Guerri'. La battaglia, però, il sacerdote l'ha persa dopo che l'Arpat - l'organismo regionale - ha effettuato le misurazioni acustiche, ha esaminato le lamentele e ha stabilito la limitazione dei rintocchi. I residenti da tempo erano esasperati dai continui rintocchi, circa 200 dalle ore 8 alle ore 21. Avevano provato a chiedere una diminuzione, ma niente da fare, don Leonardo non sentiva ragioni. Fintanto che non è stato installato un apparecchio per effettuare rilievi audiometrici nei pressi dal campanile.
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La notizia è riportata dal "Corriere Fiorentino". «La direzione Ambiente - fanno sapere da Palazzo Vecchio - ha quindi avviato un procedimento verso il parroco, il quale ha risposto con un tecnico competente in acustica di aver provveduto a eliminare e ridurre in modo significativo il volume dei rintocchi per garantire il rispetto dei limiti di legge».
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Le campane continueranno a suonare ma solo poche volte al giorno. Alcuni anni fa il cardinale Giuseppe Betori aveva diffuso sul territorio diocesano una sorta di regolamento per limitare i rintocchi ed «evitare di mettere a dura prova il senso di devozione cristiana».
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