Il principio giuridico che tutto ciò che non è espressamente vietato è permesso, vale anche per quello che mangiamo? L'interrogativo, se preso alla...
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«Il regolamento - scrive Misiti nella relazione alla pdl - tuttavia, non fa riferimento ai leporidi e, se dovessimo ritenere l'elenco 'chiusò, non sarebbe legale mangiare coniglio e, allo stesso modo, dovrebbe essere vietato mangiare galline e polli.
Nel 2004, ricorda ancora Misiti, la Ue «ha vietato la commercializzazione e l'importazione di pellicce di cane e di gatto e di prodotti che le contengono. Ma anche in questo caso si tratta dell'uccisione solo per fini di abbigliamento e non per scopi di alimentazione». Andando per esclusione c'è poi l'articolo 544-bis del Codice penale, il quale stabilisce che «chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni». Quindi, è la conclusione di Misiti, è che «non esistono norme che regolano le modalità di macellazione e di conservazione, ai fini della vendita, delle carni di cane e di gatto. Non sono previsti divieti ma non esistono neanche norme che consentono il consumo di tali carni e, ai fini dell'alimentazione, si può vendere solo ciò che è espressamente consentito e regolamentato». Il problema se lo sono posto anche negli Usa, dove lo scorso 14 settembre la Camera dei rappresentanti ha approvato con un voto bipartisan una legge per vietare l'uccisione e il consumo della carne di cani e di gatti, il cosidetto 'Dog and Cat Meat Prohibition Act'. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino