Boldrini: «Caporalato vera piaga sociale, serve banca dati aziende e lavoratori»

Boldrini: «Caporalato vera piaga sociale, serve banca dati aziende e lavoratori»
«Bisogna riportare al centro questo tema che è una vera piaga per la nostra società, una piaga che tocca anche molte donne e forse anche in maniera più...

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«Bisogna riportare al centro questo tema che è una vera piaga per la nostra società, una piaga che tocca anche molte donne e forse anche in maniera più spietata». Lo ha detto il presidente della Camera, Laura Boldrini, nel corso di una manifestazione a Mesagne contro il caporalato nella masseria Canali, un bene confiscato alla mafia e gestito da Libera Terra. «Abbiamo visto - ha spiegato - che sono morte donne sfiancate dalla fatica. Bisogna continuare nell'impegno sia a livello legislativo, e questo lo stiamo facendo, ma anche a livello di ispezioni, di monitoraggio. Ci dev'essere più trasparenza nell'incontro tra domanda e offerta. Dobbiamo avere una banca dati delle aziende agricole, delle liste dei lavoratori agricoli, dobbiamo fare in modo che chi usa i caporali venga punito così come i caporali stessi, perchè non farlo va a svantaggio delle aziende sane, le aziende pulite oltre che dei lavoratori e delle lavoratrici».


«Noi abbiamo introdotto il reato di caporalato, alla Camera abbiamo anche approvato la legge per la confisca dei beni dei caporali. Al Senato è in discussione un disegno di legge del governo su queste tematiche, principalmente sullo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. Penso che le leggi le abbiamo fatte e le stiamo facendo. Ma non bastano le leggi. C'è da fare anche di più». Ha aggiunto la presidente della Camera. «C'è da fare ispezioni - ha insistito - monitoraggio e sostenere i lavoratori e le lavoratrici che denunciano e dare loro un'alternativa». «Purtroppo - ha concluso - sono aumentate le morti sul lavoro - e molte di queste anche in agricoltura. Per me è importante oggi essere qui per ascoltare le testimonianze di queste donne che lavorano dieci, dodici, quattordici ore al giorno nei campi e che a volte muoiono di fatica, come è accaduto a Paola Clemente, lo scorso anno, e ha lasciato tre figli e un marito».
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Il Mattino