I legali di Finnegan Elder nel processo per l’omicidio del brigadiere Rega insisteranno che Rega e il suo collega Varriale hanno attaccato i giovani alle spalle, alimentando...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Carabiniere ucciso, il difensore di Hjorth: «Puntiamo all'assoluzione piena»
Omicidio Cerciello, il giallo delle conversazioni tradotte male dall'inglese
LA RICOSTRUZIONE
Tutto questo è andato in onda in un documentario realizzato dalla stazione Abc di San Francisco, che per la prima volta dà la voce ai genitori dei due giovani. «Ho il cuore spezzato, provo un immenso dolore quando penso alla vedova Rega». «Non passa giorno senza che riflettiamo sulla tragedia che ha colpito lui, la moglie, i genitori, la sorella e tutti quanti lo amavano, così come noi amiamo nostro figlio Finn». Leah e Ethan Elder confessano davanti alla telecamera l’angoscia nella quale vivono dallo scorso luglio, quando il loro primogenito li ha chiamati nel cuore della notte da Roma per dire: «Mamma, è davvero brutta, mi accusano di aver ammazzato un poliziotto», prima che la comunicazione fosse troncata.
La ricostruzione dell’identità dei due giovani fatta nel filmato è fatta con molta onestà: non ignora gli episodi di violenza dei quali sono stati responsabili in passato, la frequentazione con la droga e lo spaccio che i due avevano alle spalle, né l’amore per le armi che hanno spesso esibito in pubblico e sui social. I genitori riconoscono di aver ignorato molti dei trascorsi, e cercano di smussare le tante spigolosità che emergono nella ricostruzione della vicenda. Se però l’obiettivo si sposta sui coetanei, l’ottica si fa invece più spietata: «Quando Gabe (Gabriel Hjorth) è fatto di droga viene fuori tutta la sua rabbia – dice fuori camera una ragazza anonima che lo conosce – perde il controllo, si sente superiore alla legge. E come altri ragazzi di questa ricca contea californiana di Mill Valley, pensa che tutto si possa aggiustare alla fine con i soldi».I genitori di Finnegan sperano: «E’ incapace di mentire, anche quando sa che la verità può far male».
E intanto si tormentano nel rammarico. Finn era stato invitato nella casa di Fregene del nonno di Nathaniel, ma per buona parte della giornata dopo il suo arrivo a Roma il 24 di luglio non era riuscito a incontrare il suo amico e temeva di restare senza un letto per la sera. E’ stata la mamma Leah a prenotare per lui la stanza al Meridian Hotel del quartiere Prati, e poi a confermarla per il giorno dopo, e ora si dispera per la scelta. Un altro triste dettaglio che emerge dal documentario è la lettera di perdono che Finnegan ricevette tre anni fa dal padre del compagno di squadra che aveva sofferto una commozione cerebrale al termine di una scazzottata con lui. «Quella notte hai rischiato di eliminare una vita e di perdere il tuo futuro. – scriveva il genitore – Dio ti ha dato la possibilità di riprenderlo in mano; la prossima volta scegli una strada diversa da quella della violenza».
Il Mattino