Urla e singhiozzi nel cuore della notte a risvegliare un quartiere periferico della capitale. Questo è bastato a far capire a diversi residenti che qualcosa di tragico stava per...
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Tutto questo non è bastato a salvare la vita di Carla Belén Iglesias, 24enne di Buenos Aires residente insieme al fratellastro 16enne in una piccola casa che avevano occupato a Villa Urquiza. La ragazza, che aveva studiato in un collegio militare e pur avendo fatto domanda per entrare nella polizia era disoccupata, è stata infatti strangolata dal fratello con un cavo elettrico dopo una violenta lite avvenuta nella notte tra lunedì e martedì.
La storia dei due fratellastri emerge in un inquietante quadro di degrado: nati da padri diversi, le loro strade si erano divise nel momento in cui Carla andò a studiare in collegio. La loro madre, che lavorava come badante, era però malata e morì lo scorso anno. Fu allora che la ragazza decise di prendersi cura del fratello, che nel quartiere viene descritto come un ragazzo tranquillo e che per racimolare qualche spicciolo e pagare i debiti della madre lavorava come dog-sitter. I due, dopo la morte dell'anziana che veniva accudita dalla madre, ne avevano occupato la casa ma erano praticamente indigenti e da settimane non avevano più luce e gas.
«Allan, fermati, non mi uccidere». Queste le parole pronunciate dalla ragazza prima di essere uccisa dal fratellastro, testimoniate dai loro vicini e riportate da Clarin. Nonostante Allan al di fuori del contesto domestico sembrasse un ragazzo molto tranquillo, i vicini sapevano che in casa il rapporto con la sorella era molto teso. «Non passavano giorni che i due non urlassero e litigassero, e poco tempo fa Carla aveva ferito il fratello alla mano con un oggetto tagliente», racconta un vicino.
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Il Mattino