L'Italia non è un Paese per buoni. Non più almeno. A documentarlo è il 52esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese da cui emerge il...
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Ad aumentare vertiginosamente sono gli addii. Le separazioni sono salite del 14%. I divorzi, complice la legge sul divorzio breve, in dieci anni, sono raddoppiati, con una crescita del 100%. E sono aumentati i single, con +50,3%. Frustrazione e rabbia generano timori e diffidenza verso l'Altro che sfociano, appunto, nella cattiveria. «La non sopportazione degli altri sdogana ogni tipo di pregiudizio» sottolinea il Censis. Il 69,7% degli italiani non vorrebbe dei rom come vicini di casa. Il 69,4% non vorrebbe come vicini persone con dipendenze da droga o alcol. Molti puntano l'indice contro gli stranieri, ritenendoli una delle cause della condizione del Paese. Il 52% pensa che si fa più per loro che per gli italiani. Tra le persone con redditi bassi, si arriva al 57%. Il 63% vede in modo negativo l'immigrazione da Paesi non comunitari la media Ue è 52% - il 45% anche da quelli comunitari. Il 58% pensa che gli immigrati tolgono lavoro agli italiani. Per il 63% sono un peso per il welfare. Soltanto il 37% riconosce il loro impatto sull'economia. E quando si parla di sicurezza, il tema si fa ancora più caldo. Per il 75%, l'immigrazione aumenta il rischio di criminalità. I più ostili verso gli stranieri sono i più fragili: il 71% di chi ha più di 55 anni e il 78% dei disoccupati.
Più soli e più chiusi, gli italiani si rifugiano nella rete. Il 78,4% usa internet. il 73,8% gli smartphone con connessioni mobili, il 72,5% i social network. Le percentuali salgono tra i giovani da 14 a 29 anni: usa internet il 90,2%, gli smartphone l'86,3%, i social l'85,1%. I consumi complessivi delle famiglie sono più bassi del periodo precedente la crisi, con -2,7% in termini reali nel 2017 rispetto al 2007, ma la spesa per i telefonini è salita del 221,6%. Affascinati dal web, i connazionali appaiono meno interessati alla vita reale. Il sentimento di abbandono e frustrazione si traduce in un ampliamento dell'area non voto: era l'11,3% nel 1968, oggi è al 29,4%. Pare non convincere più neppure l'Europa. Solo il 43% pensa che far parte delle istituzioni europee abbia giovato all'Italia. La media Ue è 68%. Nel nostro Paese, sottolinea il Rapporto, «ognuno organizza la propria dimensione sociale fuori dagli schemi consolidati» e «il sistema sociale, attraversato da tensioni, paure, rancore, guarda al sovrano autoritario e chiede stabilità». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino