Il cinema multisala che disobbedisce al Dpcm: «Noi restiamo aperti, le sale sono sicure»

Cinema multisala disobbedisce al dpcm: «Noi restiamo aperti. Le sale sono sicure»
Il nuovo dpcm ha chiuso bar e ristoranti dopo le 18, ma anche palestre, piscine, teatri e cinema. Ma non tutti si sono rassegnati alla chiusura: c'è anche chi ha deciso...

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Il nuovo dpcm ha chiuso bar e ristoranti dopo le 18, ma anche palestre, piscine, teatri e cinema. Ma non tutti si sono rassegnati alla chiusura: c'è anche chi ha deciso di disobbedire e di rimanere aperto. Come un cinema di Taviano, in provincia di Lecce, il Multiplex Teatro Fasano, che in barba alle disposizioni governative resterà aperto al pubblico e continuerà le proiezioni cinematografiche: lo ha detto lo stesso gestore Antonio Mosticchio al Quotidiano di Puglia, che parla oggi del caso del cinema disobbediente. 

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«Non esistono evidenze scientifiche di focolai dovuti a cinema e teatri che da sempre sono stati i luoghi più sicuri in quanto garantiscono il mantenimento della distanza di sicurezza, l'uso delle mascherine, il continuo ricambio di aria e la sanificazione dei posti a sedere», le parole del gestore, che ha dunque optato per una «disobbedienza civile», affermando che terrà «il cinema aperto fino a quando non vi sarà una chiusura fisica forzata». Il nuovo bloco, spiega Mosticchio, rischia infatti di compromettere la situazione già delicata del settore che nelle ultime settimane stava registrando cauti segnali di ripresa.

«Noi resteremo aperti perché in questo momento storico il cinema è più che mai anche una forma di evasione e di arte che garantisce intrattenimento e un apporto terapeutico in un periodo di forte stress psicologico», aggiunge al Quotidiano di Puglia il gestore del multisala, che invita gli altri esercenti a non chiudere i cinema. Intanto il presidente dell'Agis (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) Carlo Fontana ha scritto una lettera per il premier Giuseppe Conte e al ministro Dario Franceschini per chiedere la revoca delle restrizioni: «Una nuova chiusura comporterebbe un colpo difficilmente superabile ed una drammatica ricaduta sulle decine di migliaia di lavoratori ed artisti, già al limite del sostentamento a causa del crollo del reddito», scrive Fontana.

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Il Mattino