Proteggi, ripristina, finanzia: Greta detta l'agenda all'Onu

In pochi avrebbero scommesso che quella ragazzina con le trecce seduta da sola davanti al parlamento svedese a Stoccolma, avrebbe guidato la più grande, compatta e...

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In pochi avrebbero scommesso che quella ragazzina con le trecce seduta da sola davanti al parlamento svedese a Stoccolma, avrebbe guidato la più grande, compatta e pacifista rivoluzione ambientalista mondiale tenendo testa ai leader mondiali. Tredici mesi dopo Greta Thunberg parlerà al panel sul clima dell'Assemblea generale dell'Onu e c'è molta attesa per un discorso che potrebbe decretare la sua vittoria del Nobel per la Pace.

 
Dopo aver marciato venerdì con 250mila persone tra le strade di Manhattan per lo sciopero per il clima, e il giorno dopo aver incontrato il segretario generale Antonio Guterres al Vertice dei giovani per il clima all'Onu dove ha dichiarato con la sua emblematica flemma «Noi giovani siamo uniti e inarrestabili», la sedicenne svedese è pronta per il suo discorso più importante e nel Palazzo di vetro oggi userà parole dure per protestare contro l'inerzia dei governi di fronte al cambiamento climatico. Partendo da tre concetti semplici: «Protect, restore, fund» (proteggi, ripristina, finanzia).

Tutto è partito il 20 agosto 2018. Quel giorno Greta non andò a scuola per andare da sola davanti al Parlamento svedese con il cartello «Skolstrejk for klimatet», sciopero scolastico per il clima. Quello che in pochi sanno è che ci andava da tre mesi, cioè da quando un quotidiano svedese lanciò un concorso che vinse lei con un tema sull'ambiente che venne pubblicato. Un attivista lo lesse e invitò tutti gli studenti a uno sciopero qualche giorno dopo. Solo Greta aderì. Continuò a farlo per settimane, finché non decise di limitare lo sciopero solo al venerdì, per non perdere tutti i giorni di scuola. Anche se «che senso ha andare a scuola per imparare cose da mettere in pratica nel futuro che probabilmente non avremo?». Nasce così il movimento Friday for Future che il 15 marzo 2019 lancia il primo sciopero mondiale per il clima. Risultato: oltre 1,6 milioni di persone sono scese nelle piazze di tutto il mondo, 370 mila in Italia, il numero più alto tra i Paesi europei.

La battaglia ambientalista della ragazzina con le trecce è arrivata fino al comitato per il Nobel, che ha ricevuto da un gruppo di deputati norvegesi la sua candidatura. Non sappiamo se il riconoscimento sarà suo ma sicuramente Greta è ormai a pieno titolo una leader, una persona carismatica e credibile che ha spinto decine di migliaia di studenti in tutto al mondo ad attivarsi e manifestare per chiedere azioni più nette di contrasto al riscaldamento globale.

L'emergenza climatica, l'alta tensione nel Golfo Persico, la guerra commerciale tra Usa e Cina, il braccio di ferro tra nazionalismo e multilateralismo. Saranno questi i temi al centro del dibattito dell'Assemblea generale dell'Onu ma la crisi climatica è considerata un tema che richiede azioni immediate e concrete, anche perché la siccità, lo scioglimento dei ghiacci, l'innalzamento dei mari, hanno ricadute pesantissime soprattutto sui Paesi più vulnerabili. Oggi quindi ci sarà un apposito panel, nel quale potranno intervenire solo i Paesi che annunceranno nuovi impegni per frenare il cambiamento climatico. Per l'Italia parlerà il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che illustrerà l'agenda verde del nuovo governo. Il presidente Usa Donald Trump invece non ci sarà, preferendo quello sulla religione. Greta Thunberg, insieme a un gruppo di 15 altri giovani attivisti, presenterà una denuncia contro le grandi potenze economiche per la loro responsabilità nella crisi climatica. Domani però Trump, anticipato dal presidente brasiliano Bolsonaro, parlerà all'Assemblea generale dell'Onu, e vedremo quale sarà la sua replica.


«Tutto conta. Quello che fai conta». Il cortometraggio pubblicato proprio in occasione del Vertice dei Giovani di sabato che sta già diventando virale, vede Greta insieme a George Monbiot, editorialista del The Guardian, spiegare con tre parole chiave come salvarci dal riscaldamento globale: «Protect, restore, fund» (proteggi, ripristina, finanzia). Il punto cardine è di «non bruciare più combustibili fossili» ma questo da solo non può ripristinare gli ecosistemi e allora ecco la soluzione, alla portata di tutti: «C'è una macchina magica che aspira gas serra dall'aria, costa molto poco e si gestisce autonomamente senza troppa manutenzione. Si chiama albero». La protezione e il ripristino degli ecosistemi viventi come foreste, mangrovie e praterie di alghe possono riparare le ferite sul pianeta ma vengono trascurati secondo l'attivista svedese. «Eppure le soluzioni climatiche naturali potrebbero rimuovere enormi quantità di anidride carbonica dall'atmosfera mentre le piante crescono. Ma questi metodi ricevono solo il 2 per cento dei finanziamenti spesi per ridurre le emissioni». La richiesta di «Proteggere, ripristinare e finanziare» sarà al centro del discorso di oggi introdotto proprio dal filmato. Tre sono i temi anche della Dichiarazione di Losanna sul clima redatto in agosto dal movimento Fridays For Future per combattere l'emergenza del cambiamento climatico, rivolta ai politici, governi, istituzioni: «Contenete l'aumento della temperatura media globale entro gli 1,5°C rispetto al livello pre-industriale; garantite giustizia climatica, nel rispetto dell'equità; seguite la scienza più autorevole e unita attualmente disponibile». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino