Concorsone per il Sud: la graduatoria dei 70mila resterà aperta per il Pnrr

Concorsone per il Sud: la graduatoria dei 70mila resterà aperta per il Pnrr
Il Concorso Sud per 2.800 tecnici per le amministrazioni pubbliche meridionali sarà completato entro i 100 giorni previsti. E la graduatoria finale, dopo l'ampliamento...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il Concorso Sud per 2.800 tecnici per le amministrazioni pubbliche meridionali sarà completato entro i 100 giorni previsti. E la graduatoria finale, dopo l'ampliamento della platea (le nuove prove inizieranno il 22 giugno prossimo) potrà tornare utile alle amministrazioni pubbliche meridionali quando bisognerà attuare il Pnrr e serviranno specifiche competenze. È in sintesi quanto risposto ieri, al question time in Senato, dal ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta alle due interrogazioni (presentate dalle senatrici Biti del Pd e Mantovani del Movimento 5 Stelle) sull'andamento della selezione, dopo il flop dei partecipanti al test finale e, appunto, il via libera in seconda battuta a tutti coloro che avevano presentato la domanda ma non erano stati ammessi (circa 70mila).

In linea con quanto spiegato dal presidente del Formez, Bonisoli, nell'intervista dell'altro giorno al Mattino, il ministro ribadisce che trattandosi di un Concorso speciale (oltre che riservato per la prima volta solo al Mezzogiorno e il primo tutto digitale in Italia), «non poteva non cercare profili e competenze altrettanto speciali». La scelta di puntare cioè su professionalità già riconosciute, rispetto ai neolaureati sicuramente non in possesso di titoli ed esperienze pregresse da far valere, rispondeva proprio a questa specifica esigenza, dice il ministro. Esattamente la stessa, ricorda all'Aula, indicata dalle linee guida del precedente governo «che noi abbiamo rispettato alla lettera per accelerare al massimo i tempi».


Brunetta risponde anche ai dubbi relativi alla scarsa rispondenza tra la ricerca di profili elevati e i modesti importi dei contratti pubblici (a termine) previsti per i vincitori, una delle probabili cause del flop di partecipazione: in Europa, spiega, già da tempo esistono figure esterne alle Pubbliche amministrazioni, dotate di particolari competenze, che accettano di dare una mano anche per un periodo di tempo limitato.


Da noi però questo appeal verso la Pa non c'è e la cosa non può essere trascurabile, dice il ministro, in chiave di Pnrr: «La sfida che abbiamo davanti è come compenetrare la qualità dei profili di cui abbiamo bisogno, attraverso bandi speciali come quello del Concorso Sud, con la quantità dei posti che saranno messi a concorso nelle prossime settimane. Io temo che quando per il Pnrr cercheremo professionalità specifiche non le troveremo. È un problema che riguarda tutti e che approfondiremo sin dalla prossima settimana in Parlamento quando discuteremo del nuovo decreto Reclutamento». Forse, come suggerisce in replica la senatrice Mantovani, bisognerebbe attrezzarsi per immaginare come far crescere gli stipendi di chi volesse lavorare per la Pa rinunciando magari a contratti privati ben più remunerativi. Di sicuro tutto questo non vuol dire impedire ai giovani di partecipare ai Concorsi standard che non richiedono, cioè, particolari competenze: «A Roma in questi giorni se ne sta tenendo uno che in base a quanto deciso, proprio dal Senato, all'articolo 10 del decreto 44, prevede posti sia per speciali competenze sia per competenze standard, adatte ai giovani laureati anche triennali», chiarisce Brunetta.



L'ampliamento della platea, però, continua a creare più di una perplessità. Tira aria di ricorsi (a partire da chi ritiene, ad esempio, che le graduatorie della prima prova sarebbero già valide ed operative a tutti gli effetti, avendo la selezione richiesto i titoli come primo requisito di partecipazione) ma il ministro è chiaro: «Le regole stabilite per la scelta dei candidati migliori non sono affatto cambiate: resta ferma tra l'altro la valutazione dei titoli che concorrerà a formare il punteggio finale, unitamente al risultato della prova scritta. L'unica differenza è che aumenta il numero dei candidati ammessi alla prova scritta, nell'ambito di un concorso che mantiene inalterati i caratteri di serietà e di rigore», si legge nel testo depositato agli atti. Brunetta si impegna in ogni caso a monitorare -l'andamento di questa e delle altre selezioni concorsuali per «agevolare l'assunzione dei giovani delle migliori competenze al servizio delle amministrazioni centrali e territoriali». Sarà perciò interessante capire quanti parteciperanno alla nuova prova e anche con che punteggio: sarà un'ulteriore verifica della formula e, probabilmente, del futuro stesso dei prossimi concorsi, quelli annunciati come la svolta moderna e qualificata della nuova Pa made in Italy e che sicuramente non dovrebbero partire con il piede sbagliato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino