Coronavirus, il magistrato: «Chi mette a rischio la salute degli altri rischia 12 anni di carcere»

Coronavirus, il magistrato: «Chi mette a rischio la salute degli altri rischia 12 anni di carcere»
«Ognuno deve fare la sua parte in nome di un principio superiore. Un pezzo importante del Paese sta facendo uno sforzo impressionante, non possiamo tradirlo con...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Ognuno deve fare la sua parte in nome di un principio superiore. Un pezzo importante del Paese sta facendo uno sforzo impressionante, non possiamo tradirlo con comportamenti superficiali. Senza contare che le conseguenze penali possono essere gravissime, chi commette reati contro la salute pubblica rischia fino a 12 anni di carcere». Il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, mette in guardia i cittadini più indisciplinati con un'intervista alla «Repubblica».


LEGGI ANCHE Coronavirus, la cliente tossisce in faccia alla cassiera per sfregio:

«Le nostre vite sono state stravolte, è una situazione mai accaduta prima e non è semplice cambiare. Ma è in questo momento che ognuno di noi deve avvertire il peso delle proprie azioni», sottolinea il magistrato. «C'è un importante effetto deterrente, per chi esce senza un motivo di necessità o di lavoro è previsto l'arresto fino a tre mesi o un'ammenda di 206 euro, mentre chi si macchia di fatti più gravi come violare la quarantena per aver avuto contatti a rischio o perché positivo rischia concretamente una condanna di diversi anni - spiega Creazzo - Certo le sanzioni da sole non bastano, la battaglia contro l'epidemia non può che passare da un generalizzato rispetto delle regole. Non si tratta di una opzione etica ma di una scelta di convenienza, in nome di un obiettivo comune».

Sono in corso inchieste su speculazioni su mascherine e materiali destinati ai sanitari e a Firenze c'è anche «una segnalazione su cui stiamo facendo accertamenti: un professionista nel fiorentino che farebbe i tamponi in modo abusivo. Stiamo verificando, non posso dire altro perché le indagini sono ancora in corso».
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino