Coronavirus, all'Università di Napoli scoperta sostanza naturale che blocca l'accesso del virus nelle cellule umane

Coronavirus, all'Università di Napoli scoperta sostanza naturale che blocca l'accesso del virus nelle cellule umane
Nuovi approcci molecolari al trattamento dell’infezione da Covid-19: ricercatori dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Nuovi approcci molecolari al trattamento dell’infezione da Covid-19: ricercatori dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università di Perugia hanno individuato una sostanza naturale, già presente nel corpo, che può bloccare «l'attacco» del Sars-Cov2. I ricercatori hanno identificato molecole endogene in grado di impedire l'ingresso del virus nelle cellule umane: le molecole sono di natura steroidea e alcune di esse sono degli acidi biliari, ovvero sostanze prodotte nel fegato e nell'intestino dal metabolismo del colesterolo ed in grado di fermare l'infezione quando la carica virale non è elevatissima. 


LEGGI ANCHE Vaccino europeo contro il Coronavirus, via allo sprint 

«È una sostanza già presente nell'organismo - spiega Angela Zampella, direttore del dipartimento di Farmacia dell'Università di Napoli Federico II - che blocca l'entrata del virus nella cellule». È una sostanza del tutto naturale presente anche in alimenti come la liquirizia e l'olio d'oliva e «agisce con lo stesso meccanismo». Una scoperta che spiana la strada a una diversa prevenzione anche perché, come fa sapere Zampella, «funziona quando la carica del virus non è elevatissima». 
 
​Lo studio, fa sapere Zampella, è il primo passo per la stesura di un protocollo terapeutico che verrà proposto all'attenzione di Aifa.

Lo studio, in fase di pre-print sul sito BioRxiv che riporta l'identificazione di nuovi target molecolari in grado di interferire con il meccanismo d'ingresso del Sars-Cov2 nelle cellule bersaglio, ha combinato approcci computazionali del gruppo del dottor Bruno Catalanotti, di chimica sintetica, professoressa Angela Zampella, e di biologia molecolare della dottoressa Adriana Carino del gruppo guidato dal professore Stefano Fiorucci, e ha coinvolto anche i gruppi della microbiologia e delle malattie infettive dell'Università di Perugia.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino