Nuove speranze contro il Covid-19 dai ricercatori di Padova: la Fondazione per la Ricerca biomedica avanzata (Vimm, Istituto Veneto medicina molecolare), in stretta collaborazione...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il gruppo di ricerca guidato dal prof. Andrea Alimonti, ordinario di farmacologia (Dipartimento di Medicina), ha sviluppato un’ipotesi promettente nata con la collaborazione dei docenti Francesco Pagano, Monica Montopoli e Sara Richter, virologa e microbiologa del Dipartimento di Medicina Molecolare.
LEGGI ANCHE Fase 2, sos per medicina e chiurgia. Sicpre: «Attenti all'abusivismo professionale»
Il prof. Alimonti spiega: «Una delle proteine utilizzate dal coronavirus per infettare le cellule è l’enzima TMPRSS2, che è studiato come marcatore tipico del tumore alla prostata. E gli inibitori specifici sono utilizzati nella terapia oncologica. Alla luce delle evidenze che questa terapia è in grado di fermare lo sviluppo del tumore alla prostata, potrebbe rivelarsi efficace anche contro l’infezione da Sars-CoC-2».
L’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) sta verificando, in una stretta collaborazione tra la Regione Veneto e l’Università di Padova, la percentuale di malati di tumore alla prostata tra i malati Covid-19. I risultati si stanno dimostrando molto interessanti e a breve verranno pubblicati.
Il Mattino