Sono stati fermati e multati per una presunta violazione delle norme di quarantena per l'emergenza coronavirus, ma stavano accompagnando la loro figlia di otto anni, che ha...
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Come aveva riportato Il Tirreno, la piccola Milena, dopo il trapianto effettuato all'ospedale Santa Chiara, deve tornare a Pisa per dei controlli con cadenza bisettimanale. La bambina ha sempre desiderato la presenza della mamma, ma Francesca ha preso la patente da poco e non se la sentiva di percorrere, da sola insieme alla figlia, i 160 chilometri che separano Grosseto dal policlinico pisano. Per questo motivo, papà Alessandro aveva deciso di guidare e accompagnarle, insieme al figlio maggiore di 11 anni, Lorenzo, convinto che quello spostamento fosse una necessità.
Come dargli torto? Eppure, una volta giunti all'altezza di Livorno, una pattuglia della stradale li ha fermati, contestando alla famiglia di essere in quattro a bordo di un'utilitaria, e presentando una multa da 533,33 euro. Una vera e propria batosta per una famiglia che ha già dovuto vivere momenti drammatici e che ora sta cercando di uscirne. «Abbiamo fatto vedere ai poliziotti tutta la documentazione che avevamo con noi.
Dopo la denuncia sui social, moltissimi utenti hanno espresso solidarietà alla famiglia Grippa, offrendosi anche di lanciare una raccolta fondi per pagare la multa, e l'avvocato Simone Falconi si è offerto di presentare gratuitamente ricorso contro la sanzione. Alessandro racconta ancora il momento in cui è stato multato: «La poliziotta che ci aveva fermato ci ha detto che potevamo fare ricorso, ma che comunque ci avrebbe consegnato il verbale». Il caso, a quel punto, è arrivato direttamente alle autorità e, ancora prima di presentare il ricorso, quel verbale è stato annullato, avendo riconosciuto la necessità di quello spostamento per la famiglia. Il vicequestore di Livorno, Walter Delfino, e la dirigente superiore della Polizia di Stato, Cinzia Ricciardi, hanno infatti chiesto scusa alla famiglia e annunciato che la sanzione era stata immediatamente annullata in deroga.
«Per noi l'emergenza non è iniziata col coronavirus, ma da quando mia figlia si è ammalata. In quello sfogo ho usato termini forti e chiedo scusa, ma voglio anche ringraziare le istituzioni. Ci sono stati agenti, uomini e donne, che hanno sbagliato, ma è umano, ripongo piena fiducia nella Polizia di Stato. So che qualcuno aveva già lanciato una raccolta fondi, devolveremo quelle cifre ad associazioni come Admo e Agbalt onlus, che si occupano della tutela dei bimbi affetti da leucemia e delle donazioni di midollo osseo», ha spiegato papà Alessandro dopo il lieto fine di una vicenda grottesca e surreale.
Il Mattino