Mercoledì notte, fine della maratona, tra Casa Bianca e Senato si fa la Storia: duemila miliardi di dollari per salvare...
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duemila miliardi di dollari per salvare l’economia degli Stati Uniti d’America.
Un pacchetto di misure senza precedenti, nel tentativo mai disperato ma assolutamente necessario di arginare gli effetti collaterali della pandemia coronavirus.
Oggi si contano contagi e morti.
A breve si conteranno crack, debiti e licenziamenti.
Lo sa bene Donald Trump, che punta a riaprire il Paese già dopo Pasqua.
«L’America non è fatta per stare chiusa», ha affermato con fierezza e con più di un pizzico di incoscienza.
Ma lo sanno anche gli esponenti di Camera e Senato, che si ritrovano nelle parole di Eric Ueland, il direttore degli Affari Legislativi della White House.
«We have a deal», abbiamo un accordo.
I dettagli non si conoscono ancora, ma le misure bipartisan si preannunciano come imponenti, massicce, da «economia di guerra», com’è stato più volte ripetuto da presidente e protagonisti.
Gli unici numeri già certi sono questi.
250 miliardi di dollari alle famiglie, sotto forma di accrediti diretti sui conti correnti dei contribuenti.
In particolare, gli individui con un reddito pari o inferiore ai 75mila dollari l’anno, riceveranno un assegno di 1.200 dollari ciascuno, cui si aggiungeranno 500 dollari per ogni eventuale figlio.
350 miliardi di dollari di prestiti alle piccole e medie imprese; 500, invece, per le grandi compagnie in difficoltà.
250 miliardi di dollari in ammortizzatori sociali.
Qualsiasi cosa, insomma, pur di non disperdere il patrimonio di una striscia positiva lunga anni, tracciata da Obama e proseguita nel solco di Trump.
È l’una di notte, è la fine del braccio di ferro tra democratici e repubblicani.
L’America rema in una direzione sola: quella della rinascita.
Il Mattino