Magari il problema fosse il golf. Gli Stati Uniti sono con un piede sul drammatico “traguardo” di 100mila morti da...
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Gli Stati Uniti sono con un piede sul drammatico “traguardo” di 100mila morti da coronavirus, mentre la Cina stringe le mani attorno al collo della libertà di Hong Kong.
E così, mentre Joe Biden lancia uno spot elettorale che accusa Donald Trump di essere tornato sul green mentre l’America muore, a morire per davvero sono democrazia e diritti umani di un territorio che dovrebbe essere autonomo, ma che, evidentemente, per il Partito Comunista Cinese e per Xi Jinping non lo è né deve esserlo.
L’ultimo atto di questa tragedia è una legge sulla sicurezza nazionale che consente a Pechino di scardinare lo storico mantra “un Paese, due sistemi” e di schiacciare dunque con prepotenza qualsiasi aspirazione di emancipazione, figurarsi di indipendenza.
A sei mesi dalle elezioni americane, è qui che entra in scena Trump.
O meglio che dovrebbe entrare, sulla scena del mondo e su quella della Storia.
La posta in gioco è epocale.
Da un lato ci sono le già tesissime relazioni commerciali con la Cina, il cui campo è minato dalle scintille diplomatiche, dal braccio di ferro sui dazi e dalle accuse feroci vomitate su Wuhan di essere origine e causa della diffusione del Covid-19. Ci sono, cioè, le sorti di un’economia globale già devastata dallo stesso virus che ha costretto Pil e interscambio ad arretrare di doppie cifre percentuali.
Dall’altro lato ci sono invece i manifestanti di Hong Kong, gli agenti cinesi in tenuta antisommossa e i gas lacrimogeni. Ci sono, cioè, tutti i princìpi fondanti degli Stati Uniti, fotografati nello scontro tra tutto ciò che è giusto e tutto ciò che è sbagliato.
Altro che legni, ferri e putter. Altro che golf.
Qui siamo ai soldi contro la democrazia.
Ed è qui, e non sul green o tra le righe di polemiche sterili, che Trump deve scegliere per davvero, in fretta e una volta per tutte da che parte stare.
Il Mattino