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Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Ema e ora consulente del commissario per l'emergenza coronavirus, ha le idee chiare su come coinvolgere gli indecisi e gli esitanti sul vaccino anti-Covid. Per Rasi è necessario potenziare il piano di comunicazione istituzionale. «Questo è il momento in cui fare una campagna anche sui social», puntando soprattutto ai più giovani, alla «fascia dei 30enni che è quella meno convinta a vaccinarsi e quella più a rischio contagio per la importante vita sociale che fa. Con i no vax penso invece ci sia poco da fare», spiega in un'intervista su Il Sole 24 Ore, senza escludere la via dell'obbligo da valutare più in là. E poi, dice, «serve un incentivo soprattutto per la fascia d'età più giovane». Quale? «Userei in modo più perentorio il Green pass, senza il quale precluderei alcune cose: dai voli aerei ad alcune attività ludiche come i concerti o le partite di calcio, ma anche i ristoranti», spiega il microbiologo all'università di Tor Vergata.
«Per metà luglio chi vuole potrà avere il vaccino e quindi magari si potrebbero consentire grandi tavolate solo a chi è vaccinato. Poi ci sono anche i 3 milioni di over 60 che ancora non si sono vaccinati - evidenzia - Lì secondo me c'è una quota che ha difficoltà logistiche. E queste vanno risolte innanzitutto grazie al medico di famiglia oppure ricorrendo al farmacista più vicino, o in extremis ricorrendo alla struttura commissariale che so che è pronta a fare la sua parte per le situazioni più difficili». Secondo Rasi, l'ipotesi di un obbligo vaccinale per l'iniezione scudo anti-Covid si potrebbe prendere in considerazione «da settembre se non fossimo soddisfatti dei risultati raggiunti» o, prospetta, «in alternativa precluderei diverse attività a chi non si vuole vaccinare».
«Ci sono molti dubbi tra i genitori per vaccinare i figli minori.
Il Mattino