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Sono ancora tanti gli interrogativi sul coronavirus. In merito alla carica virale, un nuovo studio condotto in Olanda sostiene che aumenti con l'età. Nei bambini di età inferiore a 12 anni può essere "circa 16 volte" più bassa di quella degli anziani over 80. La ricerca su questo 'gap generazionale' non è ancora sottoposta a revisione fra pari, ma è disponibile sulla piattaforma pre-print Medrxiv. Lavoro che mette in evidenza anche un problema che potrebbe crearsi con alcune tipologie di test che si usano per intercettare il contagio.
I DATI
«Questi risultati suggeriscono anche che i test antigenici potrebbero avere una sensibilità inferiore nei bambini rispetto agli adulti», spiegano gli autori dello studio, Sjoerd Euser del Laboratorio regionale di sanità pubblica del Kennemerland, e colleghi. Studi precedenti suggeriscono che gli under 12 svolgono un ruolo limitato nella trasmissione di Sars-CoV-2, ragionano gli scienziati.
LO STUDIO
Obiettivo dei ricercatori era descrivere la distribuzione della carica virale in diversi gruppi di pazienti Covid e fasce d'età. Sono stati esaminati tutti i risultati positivi a Sars-CoV-2 da tamponi nasofaringei raccolti tra l'1 gennaio e l'1dicembre 2020, nei servizi sanitari pubblici delle regioni Kennemerland e Hollands Noorden, Olanda Settentrionale. Si tratta di tamponi di pazienti con sintomi respiratori che si sono presentati dal medico generico o in ospedale, operatori sanitari di 4 ospedali regionali, residenti in case di riposo e così via. Su questi campioni sono state stimate le cariche virali. In totale, sono stati testati 278.470 pazienti unici di cui il 9,1% (25.365) era positivo. I dati raccolti, riferiscono gli autori, presentano «una chiara relazione tra età e carica virale Sars-CoV-2», e rilevano che «in particolare i bambini sotto i 12 anni mostrano cariche inferiori rispetto a quelle degli adulti, indipendentemente dal sesso o dalla durata dei sintomi, e con una differenza di 16 volte», appunto, «fra gli over 80 e gli under 12».
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