Covid, sale l'età media dei contagiati: il virus dai ragazzi agli anziani

Ciò che si temeva, sta avvenendo puntualmente: i ragazzi contagiati durante le vacanze e la movida dell'estate, ora stanno trasmettendo il coronavirus a genitori e...

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Ciò che si temeva, sta avvenendo puntualmente: i ragazzi contagiati durante le vacanze e la movida dell'estate, ora stanno trasmettendo il coronavirus a genitori e nonni. Se ad agosto l'età mediana dei nuovi positivi era scesa a 29 anni, con una evidente maggioranza di 20-25enni infetti, nell'ultima settimana i dati della cabina di regia del Ministero della Salute rilevano un innalzamento sensibile.


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E il report, scritto insieme all'Istituto superiore di sanità, dice in modo perentorio: «Le persone con una età maggiore di 50 anni sono, nel periodo 24 agosto-6 settembre, circa il 28 per cento dei casi; queste erano poco più del 20 per cento nelle due settimane precedenti». Aggiungono gli esperti: durante l'estate il virus ha raggiunto soprattutto i giovani, ora «ci sono segnali di una maggiore trasmissione sul territorio nazionale in ambito domiciliare e familiare con circolazione anche in persone con età più avanzata». Anche l'Rt nazionale, che come sempre prende in considerazione solo i soggetti sintomatici, ha superato la quota critica di 1, anche se di poco (1,14). Ma avverte il report: «Questo indicatore potrebbe però sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale». Guardando alle situazioni delle varie regioni o province autonome, sono cinque quelle sopra 1, con il dato più alto a Trento e in Sardegna.

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Secondo gli esperti della cabina di regia, oggi il virus circola in tutto il Paese (dunque non siamo più nello scenario iniziale quando il Sud non era praticamente toccato dall'epidemia). Altro dato su cui vigilare: i ricoveri. «Rispetto alle due settimane di monitoraggio precedenti (dal 17 al 30 agosto), in quasi tutte le Regioni si osserva un aumento del tasso di occupazione dei posti letto dedicati sia in area medica sia in terapia intensiva». Le percentuali, per fortuna, non sono ancora da allarme rosso: le terapie intensive, ad esempio, hanno un tasso di occupazione del 2-3 per cento, con punte del 5 in alcune regioni. Ma con una avvertenza: «Sebbene non siano ancora stati identificati segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali, la tendenza osservata potrebbe riflettersi a breve tempo in un maggiore impegno». 
 
Quanti sono i focolai in Italia? 2.280 attivi di cui 691 nuovi e sono aumentati per la sesta settimana consecutiva. Conferma il professor Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute: «Abbiamo molti focolai, ma stanno diminuendo quelli di importazione. Ora bisogna avere comportamenti prudenti ed evitare assembramenti». I dati delle ultime 24 ore confermano l'andamento settimanale: ormai l'Italia si sta assestando, se si escludono i fine settimana, sulla media che oscilla tra i 1.600 e i 1.700 nuovi casi positivi giornalieri.

Ieri sono stati 1.616 (98.880 tamponi), con la Lombardia che ha sempre il dato più alto (257) ma anche regioni del centro-sud che vedono un flusso costante di nuovi infetti. Ad esempio in Campania sono stati 140, nel Lazio 148. Resta per fortuna basso il dato dei decessi - 10 - e questo ci differenzia da altre nazioni europee, come Spagna e Romania, che hanno un'incidenza molto più alta di vittime di Covid-19 nelle ultime due settimane (secondo i numeri ufficiali di Ecdc nel nostro Paese negli ultimi 14 giorni si calcolano 0,2 vittime ogni 100mila abitanti, nella Penisola iberica 1,5). Tornando al monitoraggio dell'andamento dei ricoveri: prosegue l'aumento dei posti occupati in terapia intensiva, passati in 24 ore da 164 a 175. Lo stesso è avvenuto negli altri reparti: da 1.836 a 1.849. 

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Il governatore della Sardegna Christian Solinas ha firmato la nuova ordinanza restrittiva anti covid. Dal 14 settembre i passeggeri in ingresso nell'Isola sono «invitati» a presentare un certificato di negatività al virus agli imbarchi di navi e aerei o a autocertificare di essere risultati negativi a un test sierologico, molecolare o antigenico. In assenza di questo «accettano» di effettuare un tampone entro le 48 ore dall'arrivo e a comunicarne l'esito alle autorità sanitarie locali. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino