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Pochi giorni di lezione in presenza e la scuola finisce, un'altra volta, nel mirino. Il numero dei contagi cresce e nelle Regioni sorvegliate speciali si pensa di richiudere tutto di nuovo. A cominciare dalla Campania del presidente De Luca. L'infettivologo Roberto Cauda assicura: «Riaprire le scuole dove possibile, altrimenti si deve richiudere: la politica dello stop and go». Oggi il bollettino Covid emanato dal ministero della salute registra 13.569 i nuovi contagi, quindi con un lieve aumento di 470 casi in più rispetto a ieri su 270mila tamponi, circa 9mila in meno rispetto alle 24 ore prima.
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De Luca pronto a chiudere le scuole
L'allerta resta quindi alta e si sta valutando l'impatto del rientro in presenza nelle scuole superiori che hanno riaperto le aule al 50% in maniera scaglionata, dall'11 gennaio scorso fino al 1 febbraio. La Campania ad esempio, dove la scuola è stata chiusa con un'ordinanza regionale e poi riaperta a colpi di ricorsi al Tar da parte dei comitati No Dad, sta registrando un leggero aumento dei contagi ma a preoccupare sono soprattutto quelli legati alle scuole superiori. Domani, alla riunione dell'Unità di crisi della Regione Campania, verranno analizzati i dati più recenti perché, se dovesse emergere un aumento preoccupante, potrebbe essere necessario richiudere tutte le scuole al 100% a partire dal 15 febbraio. E la situazione sembra molto delicata visto che ieri la Campania è stata la seconda regione italiana, dopo la Lombardia, ad avere il maggiore incremento dei casi da Covid.
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Cauda: lontani da soglia di sicurezza
«Ogni apertura o riapertura porta con sé dei rischi che devono essere calcolati, siamo ancora in una fase molto delicata - spiega il Professore Roberto Cauda, direttore di Malattie infettive del Policlinico Universitario A.
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In che modo?
«Avviando la politica dello “stop and go”: aprire dove possibile e richiudere se si superar una certa soglia. Se la situazione epidemiologica di una regione tende ad aumentare, bisogna avere il coraggio e la velocità di chiudere. Non c'è la ricetta assoluta: siamo in una fase transitoria, quindi le chiusure hanno l'obiettivo di traghettarci verso il vaccino».
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La relazione tra le riaperture e l'aumento dei contagi è stata rilevata anche in Puglia, a partire da settembre scorso, con dati allarmanti: «Nel primo mese di apertura delle scuole – si legge nella delibera regionale Misure urgenti per la prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 - Indirizzi operativi per la riapertura in sicurezza delle scuole in Puglia - è stato registrato un aumento di 20 volte nelle fasce di età 6-10 e 14-18, mentre, a partire dalla settimana del 2-8 novembre, quando sono entrate in vigore le prime ordinanze regionali, l'aumento progressivo di incidenza ha interessato tutte le classi di età superiore a 18 anni ma non quelle in età scolare».
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