Covid, c'è il crollo delle terze dosi e adesso Omicron 2 inizia a far paura

Covid, c'è il crollo delle terze dosi e adesso Omicron 2 inizia a far paura
Covid cancellato per decreto? Covid silenziato dai media perché c’è la guerra in Ucraina? Covid ormai «vecchio» perché, tanto, il 31 marzo...

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Covid cancellato per decreto? Covid silenziato dai media perché c’è la guerra in Ucraina? Covid ormai «vecchio» perché, tanto, il 31 marzo in Italia termina lo stato di emergenza e dal 1 aprile (e poi, ancor di più, dal 1 maggio) cambierà tutto? Il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova non la tocca piano e dice quello che molti pensano: «Prima parlavamo troppo di Covid e poi ne abbiamo parlato troppo poco nell’ultimo mese, quando abbiamo smesso completamente di farlo in piena quarta ondata. E le persone, non sentendo parlare di Covid, hanno abbandonato la misura più importante, la vaccinazione. In questo mese abbiamo perso prime, seconde e terze dosi, come se le persone avessero detto: tanto ormai il problema non esiste più».

Guardiamo i numeri. Il 15 febbraio scorso - dunque prima che scoppiasse il conflitto Russia-Ucraina - il volume delle dosi somministrate in assoluto dall’inizio della campagna vaccinale (27 dicembre 2020) era pari a 132.382.184 (99,3% delle dosi disponibili); ieri il contatore del ministero della Salute e del commissariato di governo segnava 135.574.526 (con la copertura rispetto alle dosi disponibili scesa al 95,5%). Il che vuol dire che in un mese e otto giorni sono state somministrate circa 3,2 milioni di dosi comprese quelle pediatriche. Ma, fermo restando che le prime dosi ormai sono ridotte al lumicino, si è contratta la percentuale delle terze dosi. Solo i «disertori» sono quasi tre milioni, vale a dire coloro che, superati i quattro mesi dalla somministrazione della seconda dose, potrebbero ora fare la terza per mettersi al riparo da Omicron ma non lo fanno. Nella giornata di ieri sono state somministrate complessivamente 21.926 dosi di cui 1014 prime, 3079 seconde e 16.802 terze. Insomma, siamo lontani anni luce dalle 686mila somministrazioni registrate in Italia l’11 gennaio 2022, record assoluto mentre sette giorni più tardi - siamo al 18 gennaio scorso - ministero e Iss sottolineavano il peggior risultato dall’inizio della pandemia in Italia per numero di contagi: 228.179. Sembrano trascorse ere geologiche, eppure parliamo di appena due mesi fa laddove, per altro, tra fine gennaio e metà febbraio la curva della quarta ondata aveva incominciato a seguire pure un crinale discendente. 

Che cosa è successo dopo? È arrivata la variante Omicron 2, molto contagiosa sebbene meno aggressiva. «Oggi - ha aggiunto Bassetti - viviamo bene anche con 100mila contagi al giorno solo perché abbiamo la popolazione vaccinata, altrimenti sarebbe stato un disastro. Se questa infezione è depotenziata dalla vaccinazione, e lo vediamo dai dati sugli effetti più gravi, rappresenta quello che in passato era un’ondata di influenza. Se non aumentano i ricoveri in terapia intensiva, non dobbiamo preoccuparci, se invece ci sarà un incremento pesante anche nei dati dei ricoveri, allora - conclude - potremo parlare di quinta ondata». Secondo l’ultimo report del ministero della Salute e dell’Iss, in Italia circola Omicron (nella doppia configurazione 1 e 2) al 99% dei campioni esaminati: all’11 marzo scorso la diffusione di Omicron 1 era al 55,78%, quella di Omicron 2 al 44,07%. La proiezione tra fine marzo e metà aprile prevede una larghissima diffusione di Omicron 2. La buona notizia è che secondo le previsioni del ministero della Salute il target 90% della popolazione vaccinata (ciclo base di due dosi) dovrebbe essere raggiunto domani.

Oggi l’Aifa riprenderà in mano il dossier quarta dose: chi dovrà fare la quarta dose di vaccino anti-Covid da qui a fine anno? Gli esperti lavorano alle linee guida: la possibilità che si arrivi ad ampliare la platea (di circa 800-900mila persone al momento, solo immunodepressi e immunocompromessi) sarà al centro di una prima riunione della Commissione tecnico-scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco. Una settimana fa era stato lo stesso ministero della Salute a intravedere «l’ipotesi di estendere la quarta dose per le fasce generazionali più avanzate».

L’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, ha ribadito che non ci sono ancora prove che serva una quarta dose di vaccino per tutti: «Da un punto di vista regolatorio non ci sono ancora evidenze sufficienti, né dai trial clinici né dai dati del mondo reale, a sostegno di una raccomandazione sulla necessità di un secondo richiamo nella popolazione generale. Mentre l’uso mirato in popolazioni anziane selezionate è stato preso in considerazione da alcuni Stati membri sulla base di alcuni risultati preliminari di efficacia nel mondo reale provenienti da Israele». Ma la questione è tutt’altro che pacifica: secondo molti esperti, infatti, senza un aggiornamento della base scientifica dei vaccini, anche una quarta dose sarebbe del tutto inutile.

 

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Il Mattino