Covid, individuata un'altra variante di Omicron: «Ci sarà una nuova ondata a novembre»

Covid, individuata un'altra variante di Omicron: «Ci sarà una nuova ondata a novembre»
La pandemia non è finita e il ceppo Omicron di Sars-Cov-2 continua a generare nuove varianti discendenti. Secondo l'ultimo rapporto dell'Ema (agenzia europea dei...

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La pandemia non è finita e il ceppo Omicron di Sars-Cov-2 continua a generare nuove varianti discendenti. Secondo l'ultimo rapporto dell'Ema (agenzia europea dei medicinali) il Coronavirus si prepara a scatenare da qui alle prossime settimane una nuova ondata epidemica. Ad annunciarlo è Marco Cavaleri, responsabile della strategia vaccinale dell'Agenzia: «La scorsa settimana - ha sottolineato - la variante di Omicron BQ1 è stata identificata in almeno 5 Paesi in Europa e l'Ecdc (ente europeo di controllo e prevenzione delle malattie) prevede che questo ceppo e soprattutto la sua sottovariante BQ1.1 (Cerberus) diventeranno dominanti a partire da metà novembre o inizio di dicembre».

Di questa nuova variante si sa ancora poco in termini di intensità di malattia che è in grado di provocare ma quanto a capacità di diffondersi il solo fatto che tenda a diventare rapidamente dominante conferma che ha una contagiosità superiore. «Non sappiamo ancora se questo nuovo ceppo causerà una malattia più grave rispetto alle varianti BA4 e BA5 - spiega Franco Bonaguro, virologo napoletano referente per l'Italia del Global virus network - ma sappiamo che è portatore di molte mutazioni che si aggiungono alle tante già presenti in Omicron 5 e che conferiscono una discreta capacità di sfuggire all'immunità guadagnata sia dalle vaccinazioni sia da una guarigione da una precedente infezione, aggirando anche quasi tutte le classi di anticorpi monoclonali disponibili».

Ad accendere i fari sulle nuove varianti ci sono i ricercatori del Ceinge di Napoli: Massimo Zollo, genetista e coordinatore della Task Force Covid 19 del centro di ricerca partenopeo e Angelo Boccia, bioinformatico, insieme a Marco Miceli collaboratore del laboratorio di virologia, attraverso l'analisi delle sequenze genetiche del virus depositate dall'Italia nella banca dati internazionale Gisaid, hanno appurato che attualmente nel nostro paese i ceppi circolanti sono in maggioranza (93,7 %) BA.5 (Omicron. 5) ma nella stessa famiglia si affacciano come detto i nuovi discendenti. La BA 2.75 (Centaurus) oggi è al 1,8% (in Italia) e la BQ.1.1 (Cerberus) già al 7%. Sono trascorsi poco più di venti giorni da quando quest'ultima versione del virus è stata avvistata per la prima volta e già ha cominciato a macinare contagi su contagi. Attualmente è responsabile del 35% dei casi di Covid in Francia e circa il 7% in Gran Bretagna, Germania, Danimarca oltre che l'Italia. Un motore del virus dunque che sta per riaccendersi. «Sars-Cov-2 non è un virus stagionale e può diffondersi e colpire in ogni periodo dell'anno - spiega Andrea Ballabio del Tigem - l'unico vantaggio delle temperature più miti è che si sta maggiormente con le finestra spalancate. Di varianti ce ne saranno sempre finché la circolazione sarà globale». A confermare che non sia questo il momento di rilassarsi è anche Hans Henri Kluge, direttore generale dell'Organizzazione mondiale della Sanità, preoccupato anche dei circa 17 milioni di pazienti alle prese con il long Covid.

«La presenza di Cerberus in Europa è preoccupante in quanto questa sottovariante è in rapida ascesa - avverte Zollo - è ipotizzabile un trend di crescita con raddoppio nell'arco di un paio di settimane. Per ora non ci sono dati clinici, ma sarà importante monitorare le ospedalizzazioni nelle prossime settimane». Uno scenario in cui si torna ad alzare l'attenzione sui vaccini: «Il rischio maggiore - sottolinea Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto Mario Negri, di recente ospite a Napoli per una lettura magistrale all'Ordine dei medici - è che la larga circolazione virale provochi qualche fiammata di un ceppo che si avvicina all'assetto del suo predecessore Delta. Il vaccino protegge della malattia grave e dunque è bene praticare la quarta dose dai 50 anni in su in particolare quando si è fragili. Tutti i vaccini proteggono in modo sostanziale ma se disponibili è meglio preferire le versioni dei farmaci più aggiornate. Per la terapia i farmaci più efficaci sono gli antinfiammatori. Utili anche i fluidificanti delle mucose a base di carbocisteina che inibiscono una proteina di cui la spike ha bisogno per attivarsi». Per quanto riguarda i vaccini per bambini l'Ema raccomanda di vaccinare principalmente i piccoli con malattie di base per proteggerli dal ricovero e dalla malattia grave. Intanto sono in arrivo le revisioni per due vaccini proteici adattati contro i nuovi ceppi del Covid e che non usano Rna messaggero: per quello Sanofi la possibile conclusione è prevista a novembre mentre l'iter di Hipra si conclude nelle prossime settimane. 

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Il Mattino