OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Professor Ivan Gentile, ordinario di Malattie infettive e direttore dell'Uoc di Malattie infettive del policlinico universitario dell'università Federico II, in Campania ieri si è sfondata la soglia dei mille contagi. Come è possibile?
«Il virus circola nonostante il vaccino. Siamo in una fase delicata nonostante dal punto di vista dell'impatto ospedaliero sia ancora sotto controllo».
Il 18 novembre 2020 in Campania c'erano 3657 contagi e nessun vaccinato. Il 18 novembre 2021 il conto è di 1037 contagi eppure ci sono 4,1 milioni di vaccinati. Come è possibile?
«La copertura vaccinale che abbiamo non è perfetta: protegge dalle forme gravi ma non impedisce del tutto la circolazione virale. Il Covid ha un tasso di letalità intorno al 2%, dunque molto basso ma la variante Delta e Delta plus hanno un indice di diffusione, l'R con zero, molto alto, pari a 8 mentre, per esempio, il virus di Wuhan era del 2-2,5».
Allora siamo spacciati?
«No. Ma in queste settimane stiamo assistendo a numeri elevati del contagio in un intervallo di tempo molto breve. È questo quello che preoccupa e dunque è necessario accelerare sulle terze dosi visto che il vaccino ha dimostrato di avere una efficacia limitata».
Andremo incontro a nuove limitazioni?
«È possibile che ci siano restrizioni limitate a determinate fasce geografiche o categorie di soggetti.
Ci sarà un Natale a colori anche in Campania?
«Il sistema delle limitazioni per colori ha funzionato abbastanza bene ma il criterio dovrà essere quello della pressione ospedaliera e dell'occupazione dei posti letto in terapia intensiva. Per ora in Campania il sistema sta reggendo ma ci sono alcuni segnali critici che non vanno sottovalutati».
Quali segnali?
«Il Sars-Cov 2 come tutti i virus circola in maniera subdola e sotto traccia e vive di picchi e valli. Ora sta risalendo verso la fase di picco facilitato anche dalla condizione stagionale visto che stiamo andando verso l'inverno. Per questo dobbiamo stare molto attenti».
È possibile che il numero dei non vaccinati possa incidere in maniera così ampia sul numero dei contagi?
«È chiaro che tra i nuovi contagiati non ci sono solo i non vaccinati; ci sono anche molti vaccinati, maggiormente anziani e fragili, per i quali l'azione di copertura del vaccino non riesce più a garantire sufficiente protezione. Questo però riguarda la circolazione del virus. Per quanto riguarda invece il verificarsi di casi acuti della malattia, è altrettanto chiaro che i non vaccinati rischiano molto di più».
Lei è d'accordo sull'applicazione di limitazioni solo per chi non è vaccinato?
«Sì. A mio giudizio andrebbe rivista la normativa sul Green pass che dovrebbe essere concesso solo ai vaccinati e ai guariti e non anche a chi fa il tampone che invece evidenzia una situazione transitoria che potrebbe anche evolvere verso una positività al virus».
Insomma, sarebbe d'accordo per il modello tedesco - le 2 G - anche in Campania?
«Se ne sta discutendo anche a livello nazionale e mi sembra una posizione sensata. Aggiungo che andrebbe poi anche rivista la normativa sui tamponi antigenici per il rilascio del Green pass, tamponi il cui esito, rispetto ai molecolari, è molto meno attendibile».
Visto che neppure con il vaccino siamo riusciti a venirne fuori, quali prospettive in campo medico ci sono?
«Direi luminose sotto il profilo delle terapie».
È ottimista...
«Abbiamo la possibilità di impiego di un antivirale che riduce del 50% il rischio di malattia grave se somministrato nei primi cinque giorni. Il virus si sviluppa infatti in due fasi: una, più leggera, con una sindrome para-influenzale; l'altra, infiammatoria, che può dar luogo a forme severe. Poi c'è la strada dei monoclonali che negli Usa stanno sperimentando anche come copertura profilattica in soggetti non vaccinati ottenendo risultati molto confortanti».
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino