Covid nelle Rsa, regge la diga del vaccino: contagi, ma non si muore più

Covid nelle Rsa, regge la diga del vaccino: contagi, ma non si muore più
Che i vaccini funzionino e siano un salvavita nella stragrande maggioranza dei contagi da Covid-19 non lo dicono più solo gli scienziati ma anche i dati relativi ai contagi...

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Che i vaccini funzionino e siano un salvavita nella stragrande maggioranza dei contagi da Covid-19 non lo dicono più solo gli scienziati ma anche i dati relativi ai contagi nelle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) e nelle case di riposo. Nelle ultime settimane, infatti, la variante Delta è arrivata anche in queste strutture tra le più colpite dalle prime ondate della pandemia, con migliaia di anziani stroncati dal virus.

Dalla Sicilia, alla Sardegna, ma anche in Campania, Liguria, Veneto, Toscana e nella minuscola Repubblica di San Marino, le segnalazioni di nuovi focolai si moltiplicano, complici le riaperture di questi mesi. Ma la buona notizia è che oggi nelle Rsa non si muore quasi più per Covid. E questo è possibile grazie ai vaccini. A finire in ospedale o ricoverati in terapia intensiva, invece, quasi ovunque sono i non vaccinati. E purtroppo in questo secondo caso non sono mancate le vittime. 

«In struttura abbiamo circa dieci positivi - spiega Nando Scarpa, amministratore di Villa Jospeh, Opera don Orione, a Casamicciola, Ischia - e l'unico decesso registrato, così come l'unico ricoverato presso il vicino ospedale Rizzoli, sono stati due no-vax. Per alcuni degli ospiti vaccinati, invece, i sintomi del Covid non sono paragonabili nemmeno a quelli di un'influenza stagionale. Durante la pandemia prosegue siamo stati completamente chiusi all'esterno e oggi il focolaio è nato perché uno dei nostri operatori vaccinato con doppia dose - si è rivelato asintomatico, ma grazie ai vaccini la situazione è sotto controllo».

E a guardare i numeri, senza i vaccini avrebbe potuto essere una strage anche a Villa Olimpia, la casa-albergo a Buccino, in provincia di Salerno, gestita dalla cooperativa Namastè. «Su 28 ospiti nella nostra struttura spiega Maria Rosa Mattia, medico e presidente di Namastè venti erano positivi, compresi alcuni operatori. Ma le loro condizioni sono buone. Il focolaio forse è nato proprio dagli operatori sanitari asintomatici. Alcuni degli ospiti sono stati trattati subito con gli anticorpi monoclonali, che sono andati ad aggiungersi all'azione del vaccino. Al di là di tutte le polemiche aggiunge da questa esperienza si deduce che il vaccino funziona».

E solo per elencare alcuni dei casi in cui il vaccino in queste settimane sta salvando decine di anziani, basti citare la casa di riposo Martiri Turritani di Porto Torres: tutti i 23 ospiti e quattro operatori sociosanitari sono risultati positivi ma stanno quasi tutti in discrete condizioni. Stessa situazione in una Rsa ad Aci Castello (Catania) dove, su 27 ospiti positivi, 23 sono asintomatici e quattro sono stati ricoverati in via precauzionale. In Toscana, a Santa Fiora, nel grossetano, in una Rsa sono stati trovati ben 22 positivi (19 ospiti e tre operatori): un positivo è stato ricoverato per motivi precauzionali, gli altri sono asintomatici o con sintomi lievi e dalla Asl viene fatto rilevare che proprio la vaccinazione ha permesso di contenere gli effetti del virus sui contagiati. A Cartigliano, nel vicentino, in una Rsa si contano 19 contagiati: quasi tutti asintomatici o con sintomi lievi.

L'elenco delle strutture e dei nuovi focolai è lungo. Ma la buona notizia è che non si muore più. «Grazie ai vaccini possiamo dire che oggi il clima si è rasserenato - spiega Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano - pur mantenendo alta la guardia. Ad esempio, per accedere al Pio Albergo Trivulzio di Milano è necessario il Green Pass e un tampone rapido. C'è però una debolezza nel sistema di prevenzione sia nelle Rsa sia negli ospedali sottolinea Pregliasco il fatto che ad oggi solo gli appartenenti agli ordini professionali sono tenuti alla vaccinazione, gli altri no: penso ai fisioterapisti, agli amministrativi, agli addetti alle pulizie o agli assistenti alla poltrona negli studi dentistici. Quindi ci sono ancora dei margini di rischio nelle strutture. Senza vaccini, però, nelle Rsa oggi avremmo avuto una situazione devastante: le prime ondate di Covid hanno ucciso i più fragili, adesso la Delta si sarebbe portata via chi aveva resistito lo scorso anno. Bisogna quindi rilanciare la vaccinazione. E la terza dose dovrà partire proprio dalle Rsa, dagli immunodepressi e dagli anziani fragili». 

Ma tra i possibili punti deboli nella prevenzione del contagio da Covid-19, passando dalle Rsa alle case, ci sono infine le badanti irregolari - il sommerso in Italia è stimato in oltre un milione e 250mila persone che in alcuni casi arrivano nel nostro Paese, restano pochi mesi, senza alcun monitoraggio né possibilità di vaccinazione poiché non sono associate ad alcuna tessera sanitaria. Le associazioni di categoria consigliano per questo sempre la regolarizzazione e di inserire adesso nel contratto di lavoro una clausola che preveda la disponibilità dei domestici a vaccinarsi contro il Covid (o il Green Pass), quale condizione necessaria per l'assunzione, soprattutto nel caso di assistenza a persone fragili.

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Il Mattino